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OPERAZIONE PIOMBO FUSO ( 27 - 12 - 2008 )


On 27/12/2008 Israel Launched the 22 days war on Gaza " Cast-Lead ", Where 1417 Palestinian were Killed (926 civilians, between them there is 412 children and 111 women) With other 4336 Injured .. It will be the Third Anniversary Of Cast-lead, And we Will Never Forget !


Il 27/12/2008 Israele ha iniziato i 22 giorni di guerra a Gaza "Piombo Fuso", dove sono stati uccisi 1417 palestinesi (926 civili, tra loro vi è 412 bambini e 111 donne) con altri 4336 feriti .. il 27/12/2011 sarà il terzo anniversario di Piombo Fuso, e noi non lo dimenticheremo mai


L'operazione Piombo fuso è stata una campagna militare lanciata dalle Forze armate israeliane militari durata dal 27 dicembre 2008 alle ore 00:00 GMT del 18 gennaio 2009.
L'operazione è scattata il 27 dicembre 2008 (11:30 ora locale, 9:30 UTC) dopo il completamento della raccolta di informazioni di intelligence, proseguita per un periodo di tempo imprecisato. La prima parte dell'azione è consistita nell'abbattimento da parte dell'aviazione di vari punti di alto profilo militare , ma in realtà gli obiettivi furono prevalentemente civili, uomini, donne, ma principalmente bambini...tanti, tantissimi bambini, con l'intento di cancellare il futuro di Gaza!  .
Nel primo giorno di bombardamenti i morti vengono stimati, a seconda delle fonti, tra i 200 e i 300, e questo viene considerato da fonti e dai media palestinesi come il giorno con più caduti nei 60 anni di conflitto aperto (è stato rinominato da queste il Sabato nero del massacro)..
Nel secondo giorno sono 240 gli obiettivi colpiti dall'aviazione israeliana, tra i quali caserme, depositi di munizioni, zone di lancio di razzi e decine di tunnel (unici mezzi per il passaggio di generi di prima necessità per gli abitanti di Gaza). Colpita anche l'università islamica di Gaza nei cui laboratori, secondo l'intelligence israeliana, avveniva la messa a punto di armi (vergognosi pretesti ingiustificati e privi di alcuna prova) ed alcuni moli del porto.....per annientare anche l'economia basata sulla pesca già messa in ginocchio in maniera illegale e licenziosa dagli israeliani che non rispettano neanche le leggi internazionali riducendo ad appena 2 miglia dalla riva la pesca da parte dei pescherecci gazawi, sparando su di essi in caso di violazioni).
Intanto, dalla Striscia di Gaza  il lancio di razzi Qassam e Grad sul sud d'Israele,  causano una vittima e diversi feriti.
Nell'arco di tempo che va dal 31 dicembre 2008 al 3 gennaio 2009, i raid di Israele uccidono diverse figure di rilievo di Hamas, tra cui il leader Nizar Rayyan, oltre a un non meglio precisato alto comandante del braccio armato di Hamas (in questo periodo avvengono anche gravi disordini a causa delle lotte interne fra le due fazioni Hamas e Fatah. Questo ha indebolito ulteriormente la popolazione palestinese)
Successivamente, all'alba della mattina del 3 gennaio 2009, Israele ha cominciato a colpire Hamas con colpi di artiglieria, provenienti da mezzi stanziati a poche centinaia di metri dal confine con Gaza, preannunciando un'azione di terra. Già il 3 gennaio a Gaza il sistema sanitario era collassato; a 250.000 abitanti mancava l'elettricità mentre l'acqua corrente era disponibile a intermittenza ed essendo stato colpito il principale canale fognario gli scoli hanno invaso le strade.
Alle 20:00 circa (ora locale) del 3 gennaio, le truppe israeliane sono penetrate con carri e mezzi blindati di vario tipo all'interno della Striscia di Gaza da tre punti, dando inizio ai primi scontri a fuoco, e riuscendo ad assumere il controllo di alcune postazioni di lancio dei razzi Qassam.
L'esercito israeliano ha aperto una pagina sul sito internet di condivisione di video youtube, rendendo di pubblico dominio alcune fasi del suo intervento nella Striscia di Gaza
Nella mattina successiva all'inizio dell'azione di terra, le forze speciali dello Stato d'Israele sono penetrate fin nella zona urbana periferica di Gaza, in particolare nella frequentata area commerciale, uccidendo anche alcuni civili( L'esercito israeliano spara a Gaza in un centro commerciale - molti i morti civili)I raid d'Israele hanno ucciso più di 400 persone, sia civili e miliziani di Hamas sia alcuni dei propri soldati per errore. sono state attaccate le zone di Beit Hanun e Beit Lahia e si sono verificati scontri a fuoco all'altezza di Jabàlya, nel nord, e nel quartiere di Zeytun, a est della città di Gaza ( entrando con i carri armati).
La città di Gaza è stata totalmente accerchiata dalle forze armate israeliane, mentre violenti scontri si sono sviluppati a Dayr al-Balah e Bureyj, nella zona centrale della Striscia. Altri combattimenti sono scoppiati nel campo profughi di Jabaliya, a Nord della città di Gaza.
L'azione militare israeliana si è estesa alla città di Khan Yunis, situata a sud della Striscia di Gaza, considerata roccaforte di Hamas. Nel contempo Hamas ha reagito con  il lancio di razzi verso Israele che si sono spinti fino alla cittadina di Gedera, a 30 km da Tel Aviv.

6 gennaio: la scuola dell'UNRWA 

Il 6 gennaio 2009, un raid israeliano colpisce una scuola ONU adibita a rifugio per civili, dalla quale si riteneva fossero partiti lanci di razzi (Israele giustifica questo massacro dicendo che razzi di Hamas sarebbero partiti da quella scuola). Il numero delle vittime è stimato essere circa 40 e i feriti circa 50, e immediata è la reazione di Ban Ki Moon, Segretario Generale dell'ONU, che chiede un'indagine sull'avvenimento. L'esercito israeliano dichiara di non essere stato a conoscenza della presenza di civili in quell'edificio, e dispone un'inchiesta: al termine della stessa, il 15 gennaio, afferma di ritenere eccessivo il numero dei deceduti conteggiati dalle fonti internazionali (43), sostenendo che 21 dei caduti sarebbero stati noti, e tra questi vi sarebbero stati diversi militanti di Hamas (due sarebbero stati identificati subito, sempre secondo fonti dell'IDF). Le indagini dell'ONU hanno invece fin dal primo momento sostenuto che non vi sarebbero stati lanci di razzi dall'edificio e che la posizione di questo era nota da tempo ad Israele.
Nei giorni seguenti l'ONU, per voce di John Ging, direttore esecutivo dell’Unrwa a Gaza, corregge quanto sostenuto fino a quel momento: "nessuno all’interno della scuola è stato ucciso dai proiettili israeliani". La notizia, apparsa a firma di Patrick Martin sul quotidiano canadese The Globe[111], viene ripresa da molti altri giornali I circa 40 morti infatti sarebbero avvenuti nelle strade intorno alla scuola, colpite dall'attacco, ma parte di questi sarebbero stati civili che in quel periodo erano stati ospitati nell'edificio e questo fatto avrebbe causato la falsa convinzione che questi siano stati colpiti all'interno dello stesso. Ging ha anche affermato che il filmato mostrato come prova da Israele, relativo alla presenza di alcuni miliziani nel giardino della scuola (che avrebbero motivato l'attacco nella zona), era materiale già visionato dall'ONU ed era in realtà risalente al 2007.

La diplomazia al lavoro 

Gli sforzi diplomatici si susseguono incessantemente, vedendo impegnati i leaders dei governi europei, in primis Nicolas Sarkozy, l'egiziano Hosni Mubarak e gli USA, ma non ottengono grandi risultati, poiché da un lato Hamas non accetta alcuna tregua, dall'altro il Ministro degli Esteri designato israeliano Tzipi Livni sostiene la contrarietà del suo Governo alla cessazione degli attacchi da parte del proprio esercito, fino a compimento della missione.
Nel frattempo, una parte della dirigenza di Fath, che mantiene il controllo della Cisgiordania, dichiara che il popolo palestinese non è pronto per un'altra intifada, ed alcuni ammettono di aver anche festeggiato la disarticolazione di Hamas in seguito all'attacco israeliano 
Accogliendo le pressanti richieste della Comunità Internazionale, il 7 gennaio 2009, il governo israeliano concede una tregua di tre ore al giorno per consentire l'apertura di un corridoio umanitario.

8 gennaio: la risoluzione ONU 

L'8 gennaio, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha approvato la risoluzione 1860 che chiede un immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe israeliane, con 14 dei 15 Stati membri a sostegno della risoluzione e una astensione (Stati Uniti). Il Primo ministro israeliano Ehud Olmert ha definito la risoluzione "impraticabile" a causa del continuo lancio di razzi dalla Striscia, mentree Ayman Taha, portavoce di Hamas, ha accusato le Nazioni Unite di "non tenere conto degli interessi del nostro popolo".Olmert successivamente affermerà di aver personalmente telefonato al presidente statunitense George W. Bush, per chiedergli l'astensione degli Stati Uniti nella votazione all'ONU.

18 gennaio: Conferenza a Sharm el Sheikh e avvio alla tregua 

Nella serata del 17 gennaio il gabinetto di sicurezza dello Stato di Israele ha annunciato un "cessate il fuoco" unilaterale nella Striscia di Gaza, precisando di aver realizzato e superato gli obiettivi prefissati dell'Operazione Piombo fuso. Cesseranno dunque i bombardamenti, i colpi di artiglieria e le incursioni, ma l'esercito non abbandonerà l'area finché verranno lanciati ordigni. Hamas inizialmente non riconosce questa tregua, in quanto nessuna delle sue proposte (tregua di un anno, con possibilità di rinnovo, qualora Israele abbandoni la Striscia entro 5-7 giorni e ponga fine al blocco della Striscia di Gaza) è stata presa in considerazione.
Il 18 gennaio 2009 si svolge la Conferenza di Pace di Sharm el Sheikh, fortemente voluta dai governi occidentali e dall'egiziano Mubarak, che porta all'accettazione della tregua da parte d'Israele e del ritiro da Gaza a patto che i confini siano sorvegliati per evitare il contrabbando d'armi, e anche all'apertura di Hamas nei confronti di una tregua di una settimana se, in questo stesso periodo di tempo, Israele completerà il ritiro del proprio esercito.
Dopo ventidue giorni il bilancio complessivo del ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha annunciato che le vittime sono 1203 di cui 410 bambini, i feriti invece 5300. Da parte israeliana si calcolano invece 13 vittime israeliane, di cui tre civili e quasi 200 i feriti.

L'evoluzione della tregua 

Il bilancio, dopo la tregua, continua ad aumentare: nei primi tre giorni di tregua personale della Mezzaluna Rossa hanno estratto dalla rovine circa 100 cadaveri, molti dei quali in avanzato stato di decomposizione.
Inoltre, anche dopo la proclamazione della tregua Israele ha ucciso un ragazzo palestinese e ferito un altro a Khan Yunis, dove delle navi da guerra hanno cannoneggiato uno spazio aperto; a est di Gaza e a Jabalia elicotteri hanno lanciato bombe al fosforo bianco su un quartiere residenziale .
Secondo un rapporto della Croce Rossa Internazionale del 20 gennaio, sarebbero almeno 80.000 i palestinesi rimasti senza casa a causa del conflitto e le distruzioni sarebbero state generalizzare. La Croce Rossa nello stesso rapporto ha rimarcato che la distruzione delle precedenti settimane andava ad aggravare una situazione che già precedentemente era critica da un punto di vista umanitario e che durava da 18 mesi.L'Unrwa ha chiesto di aprire i valichi perché possano arrivare a Gaza aiuti e materiale per la ricostruzione, ma Tzipi Livni ha respinto la richiesta pretendendo in cambio la liberazione di Ghilad Shalit. Tra le proprietà distrutte anche molti uliveti e campi coltivati, oltre che diverse strade. Prime stime valutano in 4000 il numero delle abitazioni completamente distrutte (a cui va ad aggiungersi un numero imprecisato di case danneggiate), oltre a 1500 fabbriche o laboratori e 20 moschee.
Al vertice economico di Madinat al-Kuwait del 19 l'Arabia Saudita ha annunciato una donazione di un miliardo di dollari per la ricostruzione; Qatar e Siria proponevano la creazione di un fondo che coinvolgesse tutte le fazioni palestinesi, ma hanno ottenuto solo un comunicato, considerato generico, in cui si cita la possibilità di azioni legali internazionali contro Israele per crimini di guerra.

Obiettivi dell'operazione militare e tipologia dell'attacco 

Bersaglio dell'offensiva israeliana sono i tunnel di collegamento con l'Egitto da cui vengono contrabbandate sia le armi, sia il cibo ed altri prodotti di prima necessità (questi ultimi soprattutto durante i periodi in cui i varchi di accesso a Gaza sono chiusi), nonché i siti da cui partono i razzi che da 8 anni colpiscono obiettivi civili in Israele. Secondo l'IDF questi ultimi sarebbero volutamente collocati da Hamas in prossimità di scuole, mercati, moschee, e altri luoghi ad alta densità di popolazione civile, allo scopo di farsene scudo e questo motiverebbe l'elevato numero di edifici civili colpiti durante le operazioni militari. Non mi sembra una buona ragione per uccidere centinaia di civili inermi.

Israele 

Nelle fasi finali del conflitto, durante l'offensiva di terra, si sono registrati casi (in parte verificati anche dalle indagini successive dell'ONU ( Israele usò undicenne palestinese come scudo umano - articolo di Wall Street Italia del 23 marzo 2009) in cui i soldati dell'IDF hanno fatto uso di alcuni bambini come scudi umani, facendoli camminare di fronte ai loro mezzi. In altri casi alcune famiglie sarebbero state sequestrate e tenute rinchiuse nelle loro case, che venivano impiegate dai soldati israeliani come base per le operazioni e come punto di osservazione per i cecchini. Dubbi e forti critiche al comportamento di membri dell'esercito sono state successivamente poste anche da alcuni degli stessi soldati che hanno partecipato all'operazione, poche settimane dopo la fine di questa. Stando a quanto riportato dai media principalmente venivano criticate la quasi nulla considerazione per la vita dei civili palestinesi, la tendenza da parte di molti soldati ad equiparare tutta la popolazione della Striscia con i terroristi e una certa impostazione religiosa della guerra che giustificava l'operazione nell'ottica di una più generale espulsione dei "gentili" della terra promessa ( che strano questo loro Dio di morte!). Sulle motivazioni religiose che hanno esasperato alcuni comportamenti tenuti da militari israeliani durante le azioni, hanno avuto importanza le incitazioni dei rabbini militari che avrebbero incitato esplicitamente alla "Guerra Santa" per l'espulsione dei non ebrei dallo stato di Israele. Questa esaltazione del tema religioso ha radici profonde, in quanto anche in altre circostanze ci sarebbero state analoghe incitazioni, in alcuni casi finite davanti alla giustizia militare israeliana.
Nel luglio del 2009 l'ONG israeliana Breaking the Silence (in parte composta da ex soldati) ha pubblicato un report, contenente le testimonianze anonime di 54 soldati, che avrebbero preso parte all'operazione, i quali denunciavano l'uso da parte delle forze armate israeliane di civili palestinesi come scudi umani, la massiccia demolizione di edifici in generale una scarsa considerazione per l'incolumità dei civili. Una delle testimonianze riporta che alle truppe era stato consegnato un pamphlet, con il simbolo dell'esercito, che paragonava i palestinesi ai nemici storici di israele, i Filistei. Le autorità israeliane hanno respinto le accuse, ritenendole non credibili, ed evidenziando come l'anonimato delle testimonianze riportate e l'assenza di una comunicazione preventiva da parte dell'ONG prima della pubblicazione abbia impedito alla difesa di effettuare eventuali verifiche sulla realtà o meno delle dichiarazioni riportate nel report.

Hamas 

Secondo varie fonti, tra le quali Amnesty International, le forze di Hamas avrebbero compiuto sia durante che dopo l'operazione Piombo fuso torture, sequestri ed uccisioni nei confronti di sospetti collaborazionisti di Israele, nella misura di alcune decine di persone. Sono state colpite, oltre a singole persone, anche organizzazioni della società civile come One Voice, che ha visto anche devastati i suoi uffici e sequestrati computer ed archivi. Dopo le intimidazioni e visto che il lavoro continuava a casa dei collaboratori, Hamas ha imposto di richiedere uno proprio specifico permesso a chi volesse continuare a lavorare, e One Word pochi mesi fa ha chiuso i propri lavori a Gaza.

La relazione dell'ONU 

Nel settembre 2009 è stata presentata la relazione della missione dell'ONU che dall'aprile 2009 ha indagato sul conflitto. Secondo quanto riferito dal presidente Richard J. Goldstone (ex giudice costituzionale del Sud Africa, ex membro del Board of Governors dell'università ebraica di Gerusalemme) vi sarebbero state violazioni dei diritti umani da entrambe le parti, pur riservando le critiche maggiori all'operato delle forze armate israeliane, ritenute responsabili di aver deliberatamente colpito dei civili in più occasioni.
Oltre alle critiche per le azioni di guerra vere e proprie, vengono criticate nel rapporto anche le esecuzioni sommarie e gli arresti effettuati al di fuori delle norme di legge dalle forze palestinesi nei confronti degli appartenenti a gruppi rivali sia a Gaza che nel West Bank, e le azioni di repressione delle espressioni di dissenso e di critica da parte di Israele.
La missione dell'ONU ha anche chiesto al Consiglio di ordinare ad Israele e Hamas (quest'ultimo in quanto autorità che controlla Gaza) di effettuare ulteriori e più credibili indagini su queste violazioni e di riferire tra sei mesi i risultati di queste. Nel rapporto si chiede anche alle autorità palestinesi l'immediato rilascio di Ghilad Shalit.
Le autorità di Gaza legate ad Hamas, che avevano offerto la loro collaborazione durante le investigazioni, hanno comunque criticato il rapporto, definendolo "politico, sbilanciato e disonesto" ("political, unbalanced and dishonest"), affermando che mette sullo stesso piano chi commette i crimini e chi cerca di resistervi . 
Israele, che aveva rifiutato di collaborare con la missione dell'ONU impedendo ai suoi ricercatori l'accesso al sud del paese e a Gaza (personale poi transitato per l'Egitto), ha criticato i risultati, affermando che sono "chiaramente di parte" ("clearly one-sided"), e ha contestato il numero delle vittime, almeno 1400 secondo il rapporto dell'ONU, ritenute dalle autorità israeliane solo 1166 ( solo ....per Israele 1166 sono "solo").
Oltre a Goldstone la missione comprendeva membri provenienti dall'Irlanda, dalla Gran Bretagna e dal Pakistan. Diversi commentatori pro-israeliani hanno pesantemente criticato il rapporto e direttamente Richard Goldstone, che è stato definito dal suo collega Alan Dershowitz come un "traditore degli ebrei".  
Nell'ottobre 2009 il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha votato a maggioranza il rapporto Goldstone, con 25 stati a favore, 6 contrari e 11 astenuti. Il ministro dell'interno israeliano Eli Yishai ha definito la votazione "una decisione anti-israeliana presa da un organismo anti-israeliano" affermando anche che "L' esercito israeliano ha usato i guanti di velluto sui civili di Gaza". dico io :  SPORCHI BASTARDI! 
I media hanno riportato notizie di azioni diplomatiche da parte di Stati Uniti e Italia (contrari alle tesi del rapporto) per influenzare e spostare voti dei paesi che si erano inizialmente dichiarati favorevoli, verso un voto contrario o l'astensione. VERGOGNA PER L'ITALIA e per gli STATI UNITI!
Negli ultimi giorni di gennaio 2010 Israele, per voce del ministro dell'informazione Yuli Edelstein, ha fatto sapere che non collaborerà a creare una commissione indipendente per indagare su eventuali crimini di guerra commessi durante l'operazione, ma fornirà all'ONU un proprio rapporto sulle indagini interne svolte dal personale delle sue forze armate. Il rapporto, di 46 pagine, è stato poi consegnato alcuni giorni dopo.
Anche Hamas ha consegnato all'ONU un suo rapporto sugli avvenimenti. In questo l'uccisione di tre civili da parte di un razzo, citata nel rapporto, viene definita un "errore", e viene affermato che l'obiettivo erano alcuni "impianti militari ubicati nelle città sioniste". L'affermazione ha ricevuto pesanti critiche da parte israeliana.
Nel luglio 2010 Israele ha prodotto una nuova relazione in risposta al rapporto di Goldstone. In questa relazione le autorità israeliane affermavano di aver aperto 150 indagini relativamente ad azioni di cui erano accusate le forze dell'IDF, di aver effettuato 47 indagini penali e di aver iniziato quattro processi nei confronti di altrettanti soldati per alcuni fatti indipendendi tra di loro.
Il 21 settembre 2010 una commissione di esperti indipendente, creata su mandato del consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e presieduta dal giurista tedesco Christian Tomushat, ha valutato come indedeguate le indagini di Israele e di Hamas. Secondo quanto riportato, le inchieste sarebbe rimaste per larga parte incomplete e ben lontane dagli standard internazionali richiesti: Israele avrebbe impostato le indagini in modo imparziale, negando la sua collaborazione all'operato investigativo dell'ONU, e avrebbe concentrato le punizioni, quando presenti, solo nei confronti degli ufficiali di basso rango; Hamas non avrebbe effettuato nessuno sforzo per rispondere alle accuse che gli erano rivolte dal rapporto Goldstone, non riuscendo peraltro a dimostrare l'asserita liberazione dei prigionieri politici e la persecuzione di chi si era reso responsabile di crimini.

Guerra psicologica 

I bombardamenti israeliani sono preceduti da lancio di volantini o da chiamate in arabo sulla linea telefonica, ufficialmente per garantire alla popolazione civile un margine di tempo per mettersi in salvo. Secondo alcune fonti in risposta i palestinesi spesso affollerebbero i tetti degli edifici bersagliati, nella speranza di non farli bombardare. L'ONU ha rilevato che in alcuni casi l'attacco avviene tuttavia solo dopo alcuni minuti dall'avviso Data l'alta densità abitativa della Striscia di Gaza il lancio di volantini rendeva spesso impossibile determinare quale fosse il bersaglio. Sia Amnesty International sia le Nazioni Unite hanno sostenuto che nelle aree densamente popolate della Striscia di Gaza di fatto non esistono "aree sicure" in cui i civili possano rifugiarsi dopo aver ricevuto l'avvertimento.
Diverse ONG e gruppi per i diritti umani, tra cui il Palestinian Centre for Human Rights, hanno definito questi avvisi preventivi in cui viene annunciata la distruzione delle abitazioni (ed ovviamente di tutti i beni contenuti), uniti all'impossibilità di trovare rifugio efficace e all'incertezza dei tempi dell'attacco, una forma indiretta di guerra psicologica. È stato anche riportato l'uso di messaggi sui telefoni e interferenze delle stazioni radio da parte di Hamas, per annunciare il lancio di razzi.

Utilizzo di fosforo bianco 


L'ONU ed organizzazioni umanitarie comeHuman Rights Watch sostengono che munizioni come queste, usate da Israele, siano a base di fosforo bianco.

Israele 

Le Nazioni Unite(23 gennaio 2009), Human Rights Watch(12 gennaio 2009),  l'organizzazione israeliana per i diritti umani B'Tselem (12 gennaio 2009),  il ministero della salute di Gaza (12 gennaio 2009) la Croce Rossa Internazionale(13 gennaio 2009), John Ging dell'UNRWA, e Amnesty International ( 19 gennaio 2009), hanno affermato che l'esercito israeliano ha fatto uso di fosforo bianco durante il conflitto. Israele ha prima negato le accuse, ma successivamente ha ammesso di averne impiegato, affermando però che l'uso delle armi impiegate dall'IDF nel conflitto era "compatibile con la legge internazionale"SCHIFOSI!, che le permettono a scopo d'illuminazione o cortina fumogena, ma le vietano nell'uso contro i civili. Ricerche condotte da Amnesty International a Gaza hanno portato all'identificazione dei numeri seriali su resti di bombe al fosforo, che ne dimostrano la produzione statunitense.
L'organizzazione non governativa israeliana NGO Monitor (ritenuta da diverse fonti filo-israeliana) ha criticato le accuse, sostenendo che queste erano basate solo su testimonianze oculari non verificabili.
 Amnesty International ha risposto alle critiche del NGO sostenendo che le loro affermazioni erano sostenute dal parere di esperti in armi, mentre l'ONU ha affermato che le sue accuse si basavano direttamente sul ritrovamento di ordigni inesplosi ( Gaza Rapid Response Deploiment - 23 gennaio 2009), tra cui quelli utilizzati contro un deposito alimentare delle stesse Nazioni Unite, incendiato proprio dal bombardamento con il fosforo (operazione che ha causato la distruzione di 1000 tonnellate di cibo ed ha attirato le critiche di molte nazioni).
Israele ha ammesso di aver utilizzato tendìne fumogene al fosforo bianco, a scopo di illuminazione, durante l'Operazione Piombo fuso. Se non usato direttamente contro civili, il fosforo bianco non è una componente vietata nelle armi.
Il 2 febbraio 2009 una squadra speciale dell'ONU, la Mines Action Team, che ha il compito di bonificare la Striscia di Gaza dal materiale inesploso, nell'ambito delle sue operazioni aveva avuto accesso ad un deposito in cui erano state accumulate dalle forze di sicurezza della Striscia (principalmente dipendenti da Hamas) diverse bombe inesplose e numerose munizioni: tra queste 3 bombe da 2000 libbre (circa 900 kg), 8 da 500 libre (circa 225 kg) e una grande quantità di munizioni da 155 mm impiegate per i proiettili incendiari al fosforo bianco.
Secondo quanto riportato dai media sabato 14 febbraio gli esperti dell'ONU, tornando al deposito (custodito della polizia di Hamas), l'avrebbero trovato quasi completamente vuoto. L'esercito israeliano ha accusato Hamas di esserse responsabile della sparizione, mentre gli esperti dell'ONU si sono detti preoccupati in quanto il materiale è estremamente pericoloso e potrebbe facilmente essere innescato anche per errore, augurandosi che venga restituito il prima possibile. Il Mines Action Team, pur essendo presente a Gaza, al momento della sparizione, da circa tre settimane non aveva ancora iniziato le operazioni per rendere inattivo l'esplosivo, in quanto attesa dei permessi da parte del governo israeliano per il passaggio dell'equipaggiamento necessario e per la definizione del luogo dove depositare in sicurezza il materiale.
Nel documento prodotto in risposta al rapporto Goldstone dell'ONU, il governo israeliano ha affermato di aver effettuato una reprimenda nei confronti di due alti ufficiali dell'IDF per aver "abusato della loro autorità in un modo che ha messo a rischio la vita di altri" ("exceeding their authority in a manner that jeopardized the lives of others"). I due ufficiali erano responsabili dell'aver ordinato un lancio di centinaia proiettili al fosforo bianco (con lo scopo ufficiale di creare una cortina fumegena che agevolasse la ritirata delle truppe) che aveva causato, il 15 gennaio 2009, un incendio in alcuni depositi dell'agenzia delle azioni Unite per i profughi palestinesi, distruggendo diverse tonnellate di cibo destinato alla popolazione ed altri materiali e ferendo un dipendente dell'ONU ed alcuni civili palestinesi. Nelle strutture dell'ONU colpite dall'attacco avevano trovato rifugio alcune centinaia di civili.. Dopo che la notizia è stata diffusa dai media, il governo israeliano ha però smentito di aver preso provvedimenti disciplinari nei confronti di suoi ufficiali. Alcuni media, come la BBC, nel riportare la notizia, hanno evidenziato come questa sia una delle prime ammissioni, seppur non esplicita, dell'abuso dei proiettili a fosforo bianco da parte di Israele.

Hamas 

Il 14 gennaio la polizia israeliana ha accusato Hamas di aver lanciato una bomba al fosforo sul territorio israeliano, nei pressi di un campo al confine con Sderot.

Utilizzo di esplosivi densi a metallo inerte 

I giornalisti di RaiNews24 e alcuni medici al seguito del dottor Mads Gilbert, ritengono che l'IDF abbia utilizzato una nuova arma sperimentale, nota come DIME. Si tratta di proiettili formati da una struttura esterna in fibra di carbonio, riempita con polvere di tungsteno al posto dei tradizionali shrapnel metallici. Le particelle di tungsteno permettono di sviluppare un'esplosione ad alta temperatura in un raggio di azione molto ridotto, allo scopo di produrre il danno in uno spazio minore. Fonti israeliane hanno negato l'utilizzo di tale arma, nonostante si dica che sia sempre in corso lo sviluppo di armi volte a produrre esplosioni più concentrate e di conseguenza comportanti minori danni collaterali.

Manifestazioni e proteste 


Proteste contro l'operazione Israeliana aMelbourne, in Australia.
Molte proteste contro Israele sono avvenute in tutto il mondo.Manifestanti contro l'azione militare a Londra, Parigi, Oslo, e in altre città si sono scontrati con la polizia.In Cisgiordania, ogni giorno si sono tenute manifestazioni contro gli attacchi israeliani. Alcune manifestazioni sono state molto "violente", con scontri tra persone che lanciavano pietre e forze di sicurezza israeliane. Almeno due palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane in Cisgiordania durante le proteste contro l'offensiva su Gaza: Il 4 gennaio, un uomo tra la folla a Qalqilya, è rimasto ucciso dalle forze di sicurezza israeliane, mentre il 16 gennaio, un adolescente è morto dopo essere stato colpito alla testa durante una manifestazione a Hebron. Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) ha riferito che tra il 15 gennaio e il 21 gennaio, 36 persone, tra cui 16 bambini, sono stati feriti dalle forze israeliane nel West Bank in varie proteste contro l'offensiva. Ci sono stati attacchi isolati contro obiettivi ebraici e israeliani nel mondo . Più di 300 siti web israeliani, nei primi giorni del conflitto, sono stati attaccati da Hacker che hanno lasciato messaggi anti-israele e anti-USA. In Egitto, le proteste hanno obbligato il governo a riaprire il valico di Rafah per permettere la consegna di cibo e medicinali nella striscia di Gaza.

Manifestazione a favore di Israele a Berlino, inGermania (11.01.2009).
In Israele ci sono state manifestazioni sia a favore che contro gli attacchi. Quasi in 10.000 a New York City l'11 gennaio hanno sostenuto Israele. Negli Stati Uniti, un sondaggio della CNN ha mostrato che il 63 % pensa che l'operazione militare israeliana sia giustificata, inoltre il 75% dei repubblicani e il 52% dei democratici erano a favore dell'azione militare
La più grande protesta, fino a un milione di persone, si è tenuta a Damasco il 7 gennaio con un evento organizzato dal governo. Il 10 dicembre, una nuova ondata di proteste ha avuto luogo in Europa. A Londra, 50.000 persone hanno marciato verso l'ambasciata israeliana, è stata la più grande manifestazione pro-palestinese nel Regno Unito. A Parigi, 30.000 persone hanno marciato con manifesti che dicevano: "Siamo tutti bambini di Gaza". Ulteriori proteste si sono svolte in tutta Europa. Il movimento pacifista israeliano Gush Shalom ha condannato la guerra, e ha organizzato una manifestazione di massa a Tel Aviv.
Israele usa bombe a grappolo al fosforo bianco. Si tratta di armi che in base alla Convenzione di Ginevra e ai relativi protocolli internazionali del 1980 non possono essere utilizzate contro la popolazione civile e in aree densamente popolate. Il capitano Ishai David, portavoce dell’esercito israeliano, durante l'operazione "Piombo Fuso", si era preoccupato di rispondere ai dubbi, affermando che «Israele usa munizioni che sono accettate dalle leggi internazionali», e il NY Times aveva ricordato che le bombe a grappolo – a conchiglia, shells, si chiamano in inglese – al fosforo bianco non sono illegali se usate solo come proiettili traccianti per indicare la direzione e coprire l’avanzata delle truppe terrestri. Del resto gli americani lo sanno bene perché le hanno utilizzate con questo escamotage in Iraq. I dubbi sulla liceità di questi bombardamenti al fosforo però restano tutti. Anche in considerazione del fatto che Tel Aviv ha dapprima negato ma alla fine ammesso di aver usato armi illegali come le cluster bombs durante la guerra nel Sud del Libano, nell’estate di tre anni fa. Alcuni esperti militari britannici intervistati in forma anonima dal "Daily Mail" sostengono che sia assai dubbia la liceità dell’impiego di queste armi anche come «cortina fumogena» in una zona tra le più densamente popolate del pianeta qual è la Striscia di Gaza. E sostengono che ci troveremmo di fronte ad un pesante crimine di guerra. Dell’impiego massiccio di queste bombe, con il loro caratteristico effetto tracciante simile a un fuoco d’artificio, se viste da lontano, esiste una vasta documentazione fotografica nei reportage delle principali agenzie del mondo che arrivano in questi giorni dalla Striscia di Gaza. Uno studio effettuato dal Dr Loai Nabil Al Barqouni, Al Quds University, Abu-Deis, Gerusalemme, tPo e colleghi illustra le orrende ustioni riportate da un civile di 18 anni durante l’attacco israeliano nei territori Palestinesi occupati nel gennaio 2009. Il ragazzo è stato portato allo Shifa Medical Centre nella Striscia di Gaza, tPo, dopo un attacco con bombe incendiarie. Le ferite coprivano il 30% del suo corpo ed erano localizzate principalmente sulla spalla destra e sulle gambe. La diagnosi è stata bruciature da fosforo bianco e le sue ferite sono state pulite con una soluzione di bicarbonato di sodio prima di essere fasciate. Tuttavia, il giorno seguente i dottori allarmati hanno notato fumo bianco fuoriuscire dalle ferite, che avevano molti tessuti morti, e penetrare in profondità nella carne. È stato trasferito d’urgenza in sala operatoria dove sono state rimosse ulteriori particelle di fosforo bianco; durante l’intervento, una particella ha colpito il collo di un’infermiera lasciandole un’ustione superficiale. Otto giorno dopo il ragazzo stava relativamente bene e 16 mesi dopo la visita di controllo, aveva cicatrici larghe e morbide nelle zone del corpo che sono state colpite. Gli autori dicono: “Entrando in contatto con la pelle, il fosforo bianco produce dolorose bruciature chimiche; queste lesioni hanno un tipico aspetto giallastro, necrotico, con molto spessore per via delle componenti chimiche e termiche. Dato che il fosforo bianco ha un’alta solubilità lipidica, le lesioni si estendono spesso ai tessuti sottostanti ritardando la cicatrizzazione della ferita. Il fosforo bianco può anche essere assorbito dal sistema causando la sindrome da disfunzionalitàorganiche multiple dovuta al suo effetto su eritrociti, reni, fegato e cuore”. E concludono: “Non possiamo fare una stima del numero di questi casi nei nostri reparti ustionati perché ci troviamo in una situazione di guerra in cui non è stata fatta alcuna registrazione; queste ustioni si incontrano raramente e la letteratura che descrive questo tipo di casi è limitata. Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite su alcune armi convenzionali, è proibito sottoporre i civili ad attacchi con bombe incendiarie al fosforo”. - Barbara -




































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