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mercoledì 26 febbraio 2014

Ilan Pappe "La pulizia etnica della Palestina", sarà condivisa su Facebook.

Ilan Pappe è uno storico israeliano e attivista politico. Gran parte del lavoro accademico di Pappe si è concentrata sull'espulsione di 700,000-800,000 palestinesi nel 1948 dalle loro case in quello che è diventato lo Stato di Israele. Recentemente ha annunciato che avrebbe iniziato a tradurre il suo libro "La pulizia etnica della Palestina", attraverso una pubblica condivisione su Facebook. La mossa è arrivata dopo anni in cui egli non era stato in grado di trovare un traduttore ed editore all'interno di Israele. Ma'an ha recentemente condotto un'intervista con lui per discutere la sua decisione di effettuare una traduzione condivisa, lo stato di libertà accademica in Israele e la recente decisione della American Studies Association di approvare il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane.   Shams: Qual è stato il processo che ha portato alla decisione di tradurre il libro via Facebook? Lei ha detto on line che finora non è stato in grado di trovare un editore in Israele. Che è accaduto nel cercare di pubblicare il libro in ebraico? Quali sono stati i principali ostacoli? Erano legati al potenziale contraccolpo finanziario contro gli editori , o sono stati più fattori ideologici in gioco nella vostra opinione? Pappe: Il libro era già finito nel 2006 , e penso che ero già allora consapevole che le possibilità di pubblicazione in ebraico sarebbe state minime, ma ho provato diverse case editrici e la risposta fu semplice ed ideologica. Non avrebbero pubblicato un libro del genere. La principale catena di librerie in Israele, Steimatzky, ha boicottato i miei libri anche prima. Così si è sperato che la gente avrebbe letto in inglese o avrebbe cercato modi alternativi.   Shams: Qual è lo stato del settore dell'editoria per quanto riguarda le opinioni critiche del sionismo  a tuo parere? Come è simile o diverso da ciò che accade nelle istituzioni accademiche?  Puoi dirci qualcosa sugli ostacoli che avete dovuto affrontare durante il lavoro in un'università israeliana? Pappe: Nel mondo accademico, nel mondo delle pubblicazioni ed in altri media culturali come questo, ci sono alcune linee rosse invisibili che sai che ci sono solo quando le attraversi. In linea di principio, direi che non ti è permesso di basare la critica sul sionismo sulla base delle credenziali professionali e del know -how . Vale a dire, si può insegnare, studiare o pubblicare una critica del sionismo in base alle proprie convinzioni o attivismo, come un chimico che critica le politiche del governo o anche l'ideologia dello Stato. Non che ci sono molte persone come così, ma questo ha a che fare più che altro con l'auto censura. La critica del sionismo come un passatempo o attività politica ( a condizione di essere un cittadino ebreo naturalmente) è in qualche modo tollerato. Ma se si sostiene che il sionismo, come ideologia, è moralmente corrotta e che le sue politiche siano crimini di guerra, sulla base delle vostre credenziali professionali, ad esempio come uno storico studioso della storia di Israele e Palestina, si è oltrepassata la linea rossa. Perché ovviamente questo è quello che insegnate ai vostri studenti o come istruirete i futuri insegnanti di Stato. Allo stesso modo, accusare il proprio gruppo di riferimento come facente parte dell'oppressione, è aver attraversato una linea rossa, e, naturalmente, è ancor peggio se si crede che dovrebbe essere boicottato per la sua compiacenza. Questo è il motivo per cui anche i giornalisti più coraggiosi che abbiamo non mettono a rischio il loro posto di lavoro, svolgendo il loro ruolo nel mantenere l'oppressione e questo è il motivo per cui così pochi studiosi in Israele sono disposti anche a porre la domanda di come le loro istituzioni partecipano a tale realtà criminale sul campo. Infine, se non si criticano le politiche statali, ma la sua natura e si mette in dubbio pubblicamente la sua giustificazione morale e le sua basi, sei fuori dai confini " legittimi" e se avete il coraggio di fare raffronti tra i momenti più bui della storia ebraica ed europea con le attuali realtà, ciò non sarà tollerato.
Beh, io ho attraversato tutte queste linee rosse ed il risultato è stato che non potevo più lavorare in una istituzione accademica israeliana , che invece di essere baluardi della libertà di espressione sono bastioni di censura della libera espressione. Nel mio caso, significava venire escluso dal diritto di partecipare a conferenze accademiche, figuriamoci organizzarle, molestie su questioni presumibilmente amministrative, prendersela con i miei studenti post-laurea, incitare la comunità studentesca contro di me ( inscenando manifestazioni di fronte mia classe ) e, infine, chiedere pubblicamente le mie dimissioni e mettermi sotto processo davanti ad un tribunale disciplinare per la mia mancanza di patriottismo e di collegialità. Quello che era incredibile è che le molestie sono continuate in Gran Bretagna, dove ho iniziato a lavorare nel 2007. Per anni l'ambasciatore israeliano a Londra ha esercitato pressioni, che erano ovviamente circoscritte, sulla mia università per licenziarmi! Anche nei giorni peggiori dell'apartheid, non fu richiesto all'ambasciatore sudafricano di intervenire sul licenziamento dalle università britanniche dello staff anti-apartheid. [n.d.t. Vedi la lettera mandata dall'ambasciatore di Israele in Italia al sindaco di Rozzano, comune in provincia di Milano,  perchè “mettesse in riga” un suo assessore reo di essere attivista di ECO, Ebrei Contro l'Occupazione]   Shams: In una nota correlata, come si possono vedere gli ostacoli che avete affrontato in relazione alla recente decisione di American Studies Association di boicottare le istituzioni accademiche israeliane? Vedete questo come un passo positivo che potrebbe servire ad aumentare le voci dissidenti nelle istituzioni israeliane? Pappe: Penso che sia un esempio altamente stimolante di coraggio accademico ( molto spesso un ossimoro ) che invia il messaggio giusto agli accademici israeliani, ovvero che che  non possono capire, né accettare  il compiacimento per il mantenimento dell'oppressione e l'indifferenza alle atrocità commesse pochi chilometri dai loro luoghi di apprendimento e che sono fatte in loro nome, delle persone che ultimi apprezzano di questi più e delle istituzioni che seguono quasi religiosamente. Il voto di ASA fa la mossa interessante di collegare la libertà accademica dei docenti universitari statunitensi ( per quanto riguarda il parlare criticamente delle politiche israeliane ) alla libertà accademica di accademici palestinesi.   Shams: Come si fa a capire " libertà accademica " in relazione alla vostra esperienza? Vedete il voto come danno alla libertà accademica di accademici israeliani? Qual è stata la vostra esperienza di libertà accademica in Israele come accademico israeliano dissidente? Pappe: Prima di tutto, il legame è ovvio, ma in realtà doveva essere articolato per il pubblico americano. Credo davvero che se gli accademici americani avessero un quadro completo della vita dei docenti e studenti sotto occupazione in Cisgiordania ed assediati nella Striscia di Gaza che sarebbero stati in numero maggiore a sostenere la causa della pace e della giustizia in Palestina. Questo tipo di atto, infatti, migliora la libertà accademica. Apre i confini di conversazione accademica che sono stati delimitati ideologicamente da parte del mondo accademico israeliano. Libertà di espressione accademica in Israele è un po' come l'idea di un Israele di essere una democrazia ebraica. Si prende un concetto universale - tutti hanno il diritto alla loro opinione e ognuno ha il diritto di essere parte di una democrazia - con una sola condizione: che l'universalità non comprenda la critica sul sionismo e che la democrazia debba sempre garantire la maggioranza ebraica qualunque siano le realtà demografiche e geografiche. L'azione di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), compreso l'ultimo sostegno dato da una società accademica americana dopo l'altra, non permette a questa parodia di continuare. O si sta promuovendo libertà accademica e democrazia per tutti o si sta censurando il dibattito ed imponendo un regime di apartheid ( che non includono permette alcuna libertà accademica per i palestinesi occupati . Non c'è via di mezzo. Così le ultime azioni sono la migliore lezione di libertà accademica che gli israeliani hanno mai ricevuto da quando lo Stato è stato creato.   Shams: Infine, come sta andando il lavoro di traduzione in Ebraico via Facebook? E come possono i lettori sostenere il vostro lavoro? Pappe: Ho già pubblicato tre capitoli, con un quarto in arrivo e le reazioni sono state grandi. Mi ha anche permesso di impegnarmi in discussione dal vivo sul materiale e su come fosse possibile pubblicare documenti e fonti. Desidero che molti israeliani leggano questo libro ed i miei amici di FB stanno facendo del loro meglio nel diffondere la parola. Tutto ciò è stato per me un grande dono per il 2014. Alex Shams   Fonte: Ma'an News Agency Traduzione a cura di BDS-Milano da parte di Al Mukawama - http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=664867

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