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martedì 27 gennaio 2015

SIONISMO E' NAZISMO !


« Lei conosce l'origine della parola kaputt? È una parola che proviene dall'ebraico koppâroth, che vuol dire vittima. » Da "Kaputt" di Curzio Malaparte. IN QUESTI GIORNI RICORRE LA GIORNATA DELLA MEMORIA, MA NESSUNA MEMORIA E' POSSIBILE SENZA LA VERITA'. E LA VERITA' E' CHE SPESSO, VITTIME E CARNEFICI, SONO ENTRAMBE "KOPPAROTH", PEDINE DI UN GIOCO CRUDELE E INUMANO CHE STA DIETRO, NASCOSTO, E CHE SI NUTRE DI ODIO E DIVISIONE ALL'INTERNO DELL'UNICA FAMIGLIA UMANA. QUELLO CHE SEGUE E' UN ARTICOLO PUBBLICATO DA VERI EBREI CHE SVELA RETROSCENA POCO CONOSCIUTI ALLA BASE DELLA FOLLIA NAZISTA. C'E' CHI MANIPOLA LA STORIA, LE VITE UMANE, CON LA PAURA, L'INGANNO, LE GUERRE, LA DISUNIONE,, LE CRISI FINANZIARIE. UN'ALTRA FOLLIA DI CUI NON V'E' MEMORIA, PERCHE' NON E' CONOSCIUTA. CHE NON E' STIGMATIZZATA E CHE SPESSO VESTE LA MASCHERA DEL VITTIMISMO INTIMIDATORIO PER PRETENDERE OSSEQUIO E TACITARE CHI AD ESSA SI OPPONE. Sionismo ed antisemitismo Noi imploriamo e supplichiamo i nostri fratelli ebrei a rendersi conto che i sionisti non sono i salvatori del popolo ebraico ed i garanti della loro sicurezza, ma piuttosto gli istigatori e la causa originaria della sofferenza ebraica in Terra Santa e in tutto il mondo. L'idea che il sionismo e lo Stato di "Israele" siano i protettori degli ebrei è probabilmente il più grande inganno mai perpetrato contro il popolo ebraico. In effetti, in quale altro luogo, a partire dal 1945, gli ebrei sono stati più in pericolo fisico come nello stato sionista ?! Gli ebrei sono incoraggiati dalle loro leggi religiose ad essere fedeli al paese di cui sono cittadini. Da quando avvenne la distruzione del sacro Tempio di Gerusalemme e l'esilio del popolo ebraico circa duemila anni fa, ci è sempre stato ingiunto di essere scrupolosamente fedeli ai paesi in cui risiediamo. Uno dei grandi profeti biblici, Geremia, nel capitolo 29 del suo libro proclama il messaggio di Dio a tutti gli esiliati; al versetto 7 dice: "Cercate il bene della città, presso cui vi ho esiliato. pregate per essa l'Onnipotente, e tramite il suo benessere avrete il benessere." Questa è stata una pietra miliare della morale ebraica in tutta la nostra storia fino ad oggi. I veri ebrei, rispettosi della Torah vogliono vivere in pace e in armonia con i loro vicini in ogni paese, tra la comunità delle nazioni, anche nella Palestina storica. Essi deplorano gli atti e le politiche di violenza effettuati da coloro che, abusando del nome di Israele, nostro antenato, hanno sostituito l'ideale del nazionalismo sciovinista ai valori eterni della Torah, la eterna eredità donata da Dio al popolo ebraico. E 'stata l'intenzione secolare del sionismo a suscitare intenzionalmente l’antisemitismo ovunque possibile, e anche più comunemente, di approfittare di ogni sofferenza ebraica, ovunque si verificasse, al fine di portare avanti la propria causa, infatti, l'odio contro gli ebrei e la sofferenza ebraica costituiscono l'ossigeno del movimento sionista, che fin dall'inizio ah incitato deliberatamente all'odio contro l'Ebreo e poi, fingendo orrore, lo ha usato per giustificare l'esistenza dello Stato sionista - questo è, naturalmente, machiavellismo elevato al massimo grado. Così, i sionisti prosperano sull'odio e sulla sofferenza degli ebrei, e cercano di beneficiarne attraverso il mantenimento degli ebrei nella paura perpetua, inducendoli ad ignorare la vera natura del sionismo ed, invece, a considerare lo stato sionista come la loro salvezza. Antisemitismo e sionismo politico Anche se i sionisti contestano tutto ciò, è innegabile che gli elementi rivoluzionari laici e apostati della comunità ebraica in Europa hanno contribuito notevolmente alla ostilità verso gli ebrei dopo la prima guerra mondiale Questo ha suscitato odio verso gli ebrei in generale tra molti non ebrei. Mentre nel 1924, un prigioniero nella fortezza di Lansberg sul fiume Lech, Hitler, scriveva il suo Mein Kampf. Quando divenne Cancelliere della Germania nel 1933, venne assistito da Goebbels, Roseberg e Streicher. Da loro sono venuto dichiarazioni come, "Gli ebrei tedeschi hanno causato la sconfitta della Germania nella guerra 1914-1918; gli ebrei erano responsabili per le terribili condizioni in Germania che seguirono la guerra; gli ebrei della Germania sono stranieri e vogliono restare stranieri; non hanno la lealtà verso il paese di nascita; non sono umani; sono cani sporchi; non hanno il diritto di intromettersi negli affari della Germania; ci sono troppi ebrei in Germania. Per quanto concerne il sionismo, il fondatore del sionismo e apostata, Theodor Herzl, ha cercato di intensificare l'odio contro l’ Ebreo a favore della causa del sionismo politico. Ecco alcune delle sue "perle": "È essenziale che le sofferenze degli ebrei. . . peggiorino. . . questo aiuterà nella realizzazione dei nostri piani. . . Ho un'ottima idea. . indurre gli antisemiti a liquidare la ricchezza ebraica. . . Gli antisemiti ci aiuteranno in tal modo, nel senso che rafforzeranno la persecuzione e l'oppressione degli ebrei. Gli antisemiti saranno i nostri migliori amici ". (Dal suo Diario, parte I, pp. 16) Ulteriori parole dalla fervida immaginazione di questo “sognatore”, da p. 68 della parte I del suo Diario: . L’immagine degli “odiosi ebrei” come esseri subumani non dovevano essere inventata dai teorici del nazismo, come Hitler, Goebbels, Rosenberg e Streicher. Questa ideologia è stato semplicemente adattato dalle dichiarazioni di sionisti politici come quelle che si trovano negli scritti del sionista Yehezkel Kaufman nel 1933. Nel 1920 dichiarazioni ostili agli ebrei vennero espresse all'Università di Heidelberg. Queste dichiarazioni, sostenevano: che gli ebrei tedeschi avevano causato il tumulto che seguì la guerra; che gli ebrei della Germania non avevano nulla in comune con i tedeschi, e che i tedeschi avevano il diritto di impedire agli ebrei di Germania da intromettersi negli affari dei loro popoli. Queste dichiarazioni non sono state fatte da Adolf Hitler nel Mein Kampf, ma da Nahum Goldmann, sarebbe diventato il presidente della World Zionist Organization e capo del Congresso ebraico Mondiale, e, indiscutibilmente, il più influente sionista politico nel mondo, secondo solo al Primo Ministro dello Stato di Israele. Nel 1921, ai tedeschi in Germania è stato detto che: "Noi ebrei siamo alieni ... un popolo straniero in mezzo a voi e ... desideriamo rimanere tali. Un Ebreo non può mai essere un leale tedesco; chi chiama la terra straniera la sua Patria è un traditore del popolo ebraico ". Chi ha pronunciato queste parole vili? Jacob Klatzkin, il secondo dei due ideologi sionisti politici in Germania, al momento, in cui gli ebrei tedeschi stavano godendo dei pieni diritti politici e civili. Era lui che aveva sostenuto di minare le comunità ebraiche come modo sicuro per acquisire uno stato. "Non avevano remore a distruggere le comunità ebraiche esistenti." Chi, nel corso di un discorso pubblico in una riunione politica sionista a Berlino, ha dichiarato che "la Germania ... ha troppi ebrei"? Hitler o Goebbels? No, era Chaim Weizman, poi a divenuto il primo Presidente dello Stato di Israele. Questo indirizzo è stato pubblicato nel 1920, e, quindi, addirittura quattro anni prima che Hitler scrivesse il Mein Kampf. Quanti ebrei sionisti sono a conoscenza di questo tradimento commesso da questi alti dirigenti sionisti politici, da questi apostati del popolo ebraico? Al processo di Norimberga, uno dei responsabili della propaganda nazista, Julius Streicher, dichiarò: "Non ho fatto che ripetere quello che i principali sionisti avevano già detto", è chiaro che diceva il vero. Oltre a Hitler, Rosenberg, Goebbels e Streicher, molti altri leader nazisti hanno usato dichiarazioni sioniste per convalidare le loro accuse contro gli ebrei della Germania. Tali sono, ancora oggi, gli sforzi dei leader sionisti per mantenere un alto grado di antisemitismo al fine di consentire loro, fingendo orrore, di gridare all’antisemitismo per sostenere la loro causa idolatra e anti-ebraica. Nel 1963, Moshe Sharett, allora presidente dell'Agenzia Ebraica, ha detto al 38 ° Congresso annuale della federazione scandinava della Gioventù, che la libertà di cui godono la maggior parte degli ebrei è un pericolo per il sionismo, e al 26 ° congresso sionista mondiale, i delegati hanno detto che l'Ebreo è messo in pericolo dall’allentamento dell'antisemitismo negli Stati Uniti "Siamo minacciati dalla libertà", ha dichiarato. Come abbiamo detto in precedenza, il sionismo vive di antisemitismo. Ben Gurion dichiarò, "... non sempre e non ovunque mi sono opposto all’antisemitismo". I sionisti tirare fuori regolarmente la loro carta di anti-semita contro chiunque, Ebreo o non Ebreo, osa denunciare la malvagità del sionismo. Durante la seconda guerra mondiale, l'organizzazione Lehi, un ramo di Begin Irgun che è stata diretta da Yitzchak Shamir, ha cercato un'alleanza con i nazisti! La seguente è una citazione da scritti del Lehi nel loro contatto con i nazisti: "La creazione dello Stato storico ebraico su base nazionale e totalitaria e vincolato da un trattato con il Reich tedesco sarebbe nell'interesse del rafforzamento della futura posizione tedesca di potere in Medio Oriente ... La National Military Organization (NMO) in Palestina si offre di prendere parte attiva nella guerra al fianco della Germania ... la collaborazione del movimento per la libertà di Israele sarebbe anche in linea con uno dei recenti discorsi del Cancelliere del Reich tedesco, in cui Hitler ha sottolineato che qualsiasi combinazione e qualsiasi alleanza sarebbero inseriti al fine di isolare e sconfiggere l'Inghilterra. " A coloro che credono che i sionisti sono stati dalla parte della libertà e dell'uguaglianza, queste parole sembrano strane. Tuttavia, per coloro che comprendono la radice del sionismo, che è la trasformazione e l'eliminazione del concetto di Ebreo tradizionale e l'ebraismo, queste dichiarazioni non suonano affatto strano. Sono prevedibili. I sionisti hanno concordato con il nazismo, in generale, anche prima dell'avvento del nazismo. Essi credevano che gli ebrei non potessero, e non dovessero, vivere in armonia in ogni altra società del mondo, e che avrebbero dovuto essere rimossi da quelle società a beneficio di quelle stesse società. Essi credevano che la nuova esistenza ebraica nel proprio Stato avrebbe cambiato l'immagine degli ebrei come "inutili" e "parassiti". Queste idee esistevano molto prima di Adolf Hitler! C'è una grande quantità di letteratura che descrive come i sionisti abbiano ostacolato il salvataggio degli ebrei durante e dopo la seconda guerra mondiale. Come, mentre diversi individui e organizzazioni stavano cercando di organizzare le partenze degli ebrei verso i paesi occidentali, i sionisti lavoravano alacremente per impedire che ciò accadesse. Essi hanno espresso il parere che l'edificazione dello stato ebraico in Palestina era più importante che consentire agli ebrei di andare in paesi terzi, e hanno insistito presso le potenze occidentali affinchè gli ebrei non fossero accettate ovunque a parte che in Palestina. Infatti, Yitzchak Greenbaum, un famoso sionista, proclamò che "una mucca in Palestina valeva più di tutti gli ebrei in Polonia." L'infame David Ben-Gurion disse nel 1938: "Se potessi scegliere tra salvare tutti i bambini in Germania portandoli in Inghilterra, e solo la metà dei bambini portandoli in Eretz Israel, sceglierei la seconda soluzione. Noi dobbiamo prendere in considerazione non solo la vita di questi bambini, ma anche la storia del popolo di Israele. " Dopo la guerra, un leader sionista "religioso", il rabbino Klaussner, che era a capo degli sfollati ha presentato una relazione prima della Conferenza ebraica americana il 2 maggio, 1948 in cui dichiarava: "Sono convinto la gente debba essere costretta ad andare in Palestina ... Per loro, un dollaro americano appare come il più alto degli obiettivi. Con la parola" forza ", sto suggerendo un programma, che è già servito per l'evacuazione degli ebrei dalla Polonia, e nella storia della 'Exodus' ... per applicare questo programma dobbiamo, invece di aiutare gli «sfollati», creare loro il più grande disagio possibile ... in una seconda fase, una procedura in cui intervenga l'Haganah a molestare gli ebrei. " E 'ironico che i sionisti proclamino il loro Stato come rifugio sicuro per il popolo ebraico, quando dopo la seconda guerra mondiale non c'è posto sulla terra più pericoloso per gli ebrei, sia spiritualmente che fisicamente, dello stato sionista. I sionisti hanno lavorato senza sosta per creare paura tra gli ebrei nei paesi arabi dopo che lo stato sionista è stato insediato. La loro tattica ha avuto successo in Yemen, Marocco, Iraq, Algeria, Libia, Tunisia. E 'noto, tra gli ebrei iracheni, che durante 1949-1950 il famoso sionista, Mordechai ben Porat, che aveva il soprannome di Morad Abu al-Knabel (Mordechai Bomber), è stato determinante nel tentativo di corrompere funzionari iracheni, successivamente alla creazione dello Stato sionista, al fine di approvare leggi per incoraggiare gli ebrei a lasciare l'Iraq. Questo è stato rafforzato dai sionisti facendo esplodere bombe nelle sinagoghe a Baghdad nel marzo 1950. Informazioni su questi fatti sono è prontamente disponibili su Internet. Gli scritti di Mr. Naim Giladi documentano in dettaglio ciò che i sionisti hanno fatto a Baghdad nel 1950 per provocare la partenza degli ebrei verso lo stato sionista. Ai sionisti non importa che effetto produrranno le loro politiche sulle comunità ebraiche di qualsiasi paese. Quando accusano le nazioni europee di ogni peccato sotto il sole, i sionisti si preoccupano forse che questo produrrà ostilità verso gli ebrei? No! Neanche un po '. Al contrario, come abbiamo discusso, prosperano su tali circostanze, aggrappati alla vana speranza che queste comunità ebraiche si precipiteranno per la "salvezza" verso il "porto sicuro" del Paradiso sionista, dove invece gli ebrei sono in costante pericolo in quanto il regime sionista si impegna in ogni forma di provocazione crudele contro i non-ebrei. Le accuse orribili di violenza e di intimidazione Nei tempi più recenti, i sionisti hanno cercato ogni occasione per incoraggiare gli ebrei a lasciare i loro paesi d'origine. Ogni volta che vi è anche la più piccola manifestazione di ostilità verso gli ebrei sulla scia della politica sionista, o se ci sono segni di disagio economico e di disordini, i sionisti cercano di ingrandirla mille volte, cercano di umiliare spietatamente le nazioni coinvolte, e agitare gli ebrei affinché si trasferiscano nello stato sionista, la cosiddetta "casa naturale" del popolo ebraico. Questo è stato il caso di paesi come la Francia, l'Argentina, l'Uruguay, l'ex Unione Sovietica e l'Egitto. Le promesse della Torah sono sempre da realizzare. Questo versetto della Torah dimostra che quelli che sono i suoi nemici pagheranno un prezzo, quando il regno di Dio prevarrà. Deuteronomio 32:43: Lodate il suo popolo, O Nazioni: Poiché egli vendicherà il sangue dei suoi servi. Egli renderà la vendetta contro i suoi avversari e farà espiazione per la sua terra e il suo popolo. Fonte:

lunedì 26 gennaio 2015

NO NAKBA? NO SHOAH !

Cosa è la shoah per gli ebrei? Cosa è la shoah per gli israeliani? Cosa è la shoah per il mondo? -Sicuramente per gli ebrei e per tutto il mondo cosiddetto "civile" la shoah rappresenta ciò che di peggio sia stato fatto subire al popolo ebraico, ma non solo al popolo ebraico. Infatti del 1.100.000 persone: il 40%, furono ebrei. Fra i 1.300.000 prigionieri che furono rinchiusi nel lager più grande del regime nazionalsocialista, fra il 1939 e il 1945, c'erano anche molti polacchi, rom, sovietici e persone con anticap di diverse nazionalità... e allora perchè si commemora come fosse solo appartenente ad una memoria ebraica? Perchè già a quel tempo prendeva il via un progetto di cui nessuno allora parlò: l'occupazione di una terra fiorente di un popolo pacifico : la Palestina.

Allora ci fu detto che alla fine della prima guerra mondiale fu smantellato l'impero ottomano e la società delle nazioni stabilì il mandato per la Palestina che includeva tutta la terra che ora ha Israele, la Cisgiordania , la striscia di Gaza , più l'intero territorio a est del fiume Giordano che ora è chiamato Regno di Giordania. Gli Inglesi nel 1917 promisero di sostenere la creazione in Palestina di uno stato ebraico. All'Occidente fu raccontata la frottola di avere trasformato una terra arida e poco abitata in un giardino fiorente, ma in realtà dal 1948 Israele, il nuovo stato ebraico sta perpetrando una vera e propria pulizia etnica e un'insediamento illegale contro lo Stato Palestinese, con la complicità degli Stati Occidentali e quel che è vergognoso , anche degli stati arabi del Golfo. Molti ebrei, anche fra le vittime e i familiari delle vittime della shoah si sono rifiutati di far parte della occupazione di Israele , consapevoli del massacro che essa ha comportato e continua a comportare, altri invece hanno continuato questo genocidio adducendo motivi di ordine religioso, affermando che il loro dio avrebbe promesso loro quella terra...lascio a voi le logiche deduzioni di tali affermazioni. E IL MONDO? IL MONDO OCCIDENTALE, IN MANO A POTERI MOLTO FORTI, NON VEDE, NON SENTE E NON PARLA! IO NON COMMEMOMERO' LA SHOAH, SE NON VERRA' COMMEMORATA LA NAKBA IO NON ONORERO' MAI UN POPOLO ISRAELIANO SE NON SARA' RISPETTATO IL POPOLO PALESTINESE!
-------------------------------------------------------------------------------------------------- Israele dovrebbe essere indagato per possesso di armi chimiche. Israele ha un grande arsenale di armi chimiche, lo ha denunciato un alto funzionario delle Nazioni Unite chiedendo un'inchiesta nei depositi di Israele. Un rapporto di Radio Israele ha riportato quanto detto dal funzionario: “L’ONU dovrà iniziare un'indagine sulle armi chimiche di Israele e sui suoi depositi, come ha fatto con la Siria”. Il funzionario anonimo ha detto che è in grado di specificare quali tipi di armi sono in possesso di Israele. Israele è stato accusato da decenni di avere armi chimiche. Nel 1983, la CIA ha pubblicato un rapporto nel quale affermava che "trovandosi circondato da stati arabi provvisti di armi chimiche, Israele, diventato sempre più consapevole della sua vulnerabilità agli attacchi chimici, ... ha intrapreso un programma di difesa/offesa con questi tipi di armi” Il rapporto continua: "Alla fine del 1982, un impianto di probabile produzione CW, il noto agente nervino, e un impianto di stoccaggio sono stati identificati a Dimona nel deserto del Negev. Altre produzione di CW si crede possano esistere all'interno di un'industria chimica israeliana ben sviluppata". Le relazioni successive da agenzie statunitensi hanno confermato i rapporti. Israele sebbene firmatario di trattati internazionali contro la proliferazione delle armi chimiche non ha mai smentito la sua capacità di produrre armi chimiche. Il funzionario Onu ha suggerito che Israele dovrà distruggere volontariamente le sue armi, in quanto è improbabile che possano essere utilizzate, sostenendo che questa situazione pone Israele nella stessa categoria della Corea del Nord, l'unico altro paese al mondo con note scorte di armi chimiche. (Traduzione a cura di Invictapalestina.) fonte: http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/188515... -------------------------------------------------------------------------------- “Israele pratica sofisticati attacchi con aerei e navi da guerra per bombardare campi di rifugiati densamente popolati, scuole, edifici abitati, moschee e bidonvilles per aggredire una popolazione che : . Non ha un’aviazione . Non ha una difesa aerea . Non ha navi da guerra . Non ha missili pesanti . Non ha scudi meccanici . Non ha unità di artiglieria . Non ha alcun comando di controllo . Non ha un esercito e la chiama guerra. Non è una guerra, è un massacro.- e poi: “E B. Michael, ebreo praticante, editorialista di Yediot Aharonot, il più grande quotidiano israeliano, dopo avere scoperto che i soldati tatuavano con un numero le braccia dei Palestinesi prigionieri, ha scritto un testo intitolato “Da marchiati a marchianti” che comincia così: “In soli sessanta anni – da marchiati a marchianti e tatuanti In sessanta anni – da prigionieri nei ghetti a imprigionanti In sessanta anni – da depredati a depredanti In sessanta anni – da quelli che sfilano in colonna con le mani in alto a quelli che fanno sfilare in colonna con le mani in alto. In sessanta anni – da schiacciati in nome di un nazionalismo crudele a quelli che schiacciano in nome di un nazionalismo crudele In sessanta anni – da vittime di un’abietta politica di trasferimento al sostegno sempre più entusiasta di un’abietta politica di trasferimento Durante tutti questi sessanta anni non abbiamo imparato niente, niente abbiamo interiorizzato. Abbiamo dimenticato tutto”.

venerdì 23 gennaio 2015


ATTENTI A QUELLE DUE: GRETA RAMELLI E VANESSA MARZULLO (NdA: Questo articolo è stato pubblicato a settembre '14, quindi più di qualcuno lo ha letto, più di qualcuno SA, e pensiamo di non dire niente di nuovo che qualcuno non sappia già. Le Autorità competenti hanno pagato ben 12 milioni di dollari per riportare a casa le due cooperanti rapite in Siria. Ma, per favore, credo che sia ora di smetterla di spacciarle per due persone 'incoscienti' che 'non sapevano niente' di quello a cui stavano andando incontro. Quello che sta dietro a queste due cooperanti credo sia mostruosamente osceno e pericoloso. Quindi, stiamo attenti con i commenti. C'è molto di più di due ragazzine sprovvedute che bramano di tornare alle loro case.....) Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono le ‘cooperanti’ scomparse il 1 agosto nella provincia di Aleppo, in Siria, dopo essere state infiltrate dai servizi segreti italiani e turchi in territorio siriano. La Farnesina, ovvero il ministero degli Esteri italiano, al solito sproloquia di “progetti umanitari nel settore sanitario e idrico” seguiti dalle cooperanti. In Siria e in una zona bellica? Le due ‘cooperanti’ operano assieme a Roberto Andervill, dell’IPSIA Varese, ONG delle ACLI, che dopo essersi distinto in Bosnia e Kosovo, dove la presenza islamista è notevole, è divenuto un attivista a favore della “Rivoluzione antigovernativa”. Con Marzullo e Ramelli ha creato il progetto Horryaty (“per servizi idrici, sanitari e culturali” da sviluppare in Siria, a credergli) e per cui si sono infiltrati nell’area rurale di Idlib dalla Turchia, accompagnati dai terroristi che affliggono la Siria e con l’evidente supporto dei servizi d’intelligence italiani e turchi, (ovvero della NATO). Andervill, a conferma dei sospetti, il 7 agosto ha chiuso la pagina facebook del progetto Horryaty proprio quando due suoi elementi sono ‘scomparsi’. Strane le affermazioni del soggetto: “E’ lei che ha mandato le due ragazze in Siria?” “Assolutamente no. Intanto chiariamo una cosa: Horryaty non è un Organizzazione Governativa o una Onlus. E’ semplicemente un gruppo di tre persone che hanno a cuore un paese e hanno deciso di fare qualcosa per aiutarlo”.” Quindi? Una comitiva per una scampagnata, o qualcos’altro d’inconfessabile? Tale presa di distanza suscita solo ulteriori sospetti. Come si può notare l'IPSIA [vedere foto numero 2, NdA] godeva della fattiva collaborazione dell'Associazione della Comunità Araba Siriana in Italia, una bella congrega di farabutti vicina al PD della quale abbiamo già parlato in altre occasioni su ‘Informare’ e che ritroveremo più avanti ma proseguiamo con la vicenda delle due vispe terese. Già in precedenza Vanessa Marzullo aveva compiuto un rapido viaggio nella Siria assediata e martirizzata dagli stessi criminali che l’accompagnavano. Il 6 aprile era a Homs, il 22 a Duma, centinaia di chilometri più a sud, presso Damasco. Tutto ciò è impossibile senza l’appoggio delle intelligence dei paesi interessati e dei terroristi operanti in Siria: “Come avete fatto a entrare in Siria? Lei era il più esperto del gruppo, è stato a Gaza, in Bosnia. Chi ha trovato in contatti per passare il confine?" “Certo, non siamo entrati da soli. Ci ha aiutato un gruppo di persone conosciute prima di partire, persone fidate. Abbiamo anche lavorato con altre associazioni italiane come We are Onlus e Rose di Damasco. Siamo sempre stati tutti e tre consapevoli dei rischi che correvamo e ci siamo organizzati in modo da passare il confine solo quando è strettamente necessario. Non siamo degli stupidi”. Già, Rose di Damasco, sulla relativa pagina facebook si legge: “MATERIALI RACCOLTI VENGONO PORTATI IN SIRIA ATTRAVERSO I NOSTRI AMICI SIRIANI e da SEGRATE CON CONTAINER poi ritirati e distribuiti in Siria da nostri contatti locali. Altre associazioni fidate che si occupano della Siria in Italia: Comunità araba siriana in Italia, We are, Insieme si puo’ fare, Onsur.it, Ossmei, Auxilia italia, il Cuore in Siria (ovvero Time4life), Insieme per la Siria Libera”. Tutte associazioni promosse dall’universo dell'umanitarismo pronta cassa cattocomunista: Arci, Acli e pretonzoli vari alla padre Dell’Oglio non mancano; ma qualcuna riesce ad essere anche più inquietante: l’ONG “Il Cuore in Siria” [http://www.momanews.it/…/il-cuore-in-siria-di-claudia-ceni…/] è un progetto di solidarietà che nasce da un incontro di cuore fra Claudia Ceniti, milanese, bancaria, Paola Francia, giornalista freelance di Forlì e Pietro Tizzani, funzionario dell’Arma dei Carabinieri con esperienza in Kosovo”, anche qui il Kosovo (e i servizi d’intelligence, cos’altro è un ‘funzionario dei carabinieri’?) fa curriculum per infiltrarsi in Siria, per ‘scopi umanitari’. Sempre sulla pagina facebook di ‘Rose di Damasco’, si può leggere tale frase inequivocabile: “CONDANNIAMO IL REGIME DI ASSAD E SUOI ALLEATI IRAN E RUSSIA, COMPLICE SILENZIO MONDIALE E LA DISINFORMAZIONE. CHIEDIAMO LA FINE DEL REGIME ASSASSINO, CHIEDIAMO CHE SIA SALVAGUARDATA L’UNITÀ NELLA MOLTEPLICITÀ DEL PAESE E CHIEDIAMO CORRIDOI UMANITARI PER I RIFUGIATI E GLI AIUTI.” In sostanza ‘Rose di Damasco’ è un’organizzazione militante che affianca il terrorismo attivo e operativo in Siria, auspicando perfino l’intervento armato diretto della NATO contro la Repubblica Araba Siriana (i cosiddetti ‘corridoi umanitari’). A fine luglio le nostre due eroine Ramelli e Marzullo vengono infiltrate nel governatorato di Aleppo. “Il 30 luglio (Ramelli, vedere foto numero 3, NdA) ha mandato un messaggio su facebook a una decina di amici, in realtà è la terza volta che si reca in Siria. Doveva stare solo una settimana, ma ci ha comunicato che aveva deciso di fermarsi ancora perché si sentiva più utile sul campo. A Varese e Milano organizzava incontri per la raccolta fondi, perché è qui che ha fondato con la sua amica questa organizzazione. In questi mesi ha fatto un lavoro splendido. Ci chiedeva di comprare latte in polvere, materiale medico e altro. Rispetto alle modalità con cui operava, sappiamo che arrivava in Turchia portando i soldi della raccolta fondi e poi entrava da una frontiera di quel paese”. La Farnesina ovviamente trova normale e auspicabile infiltrare cittadini italiani in territorio straniero, per di più sotto il controllo di organizzazioni terroristiche riconosciute come tali a livello mondiale. Riguardo ai servizi segreti (le cosiddette ‘intelligence & sicurezza’), chiaramente partecipano in prima linea a tale guerra di quarta generazione contro il popolo e le autorità siriane. Per il resto, non c’è alcun dubbio che il progetto ‘umanitario’ Horryaty sia una delle infinite attività di fiancheggiamento del terrorismo che affligge la Siria. Ma andiamo a conoscere meglio gli amichetti delle nostre due suffragette.... Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, in questa foto (numero 4, NdA) presa durante una manifestazione antisiriana, reggono un cartello su cui è scritto: “Agli eroi di liwa Shuhada, grazie per l’ospitalità e se Dio vuole vedremo la città di Idlib libera quando ritorneremo”. Liwa Shuhada...ma cos’è l‘Itihad Liwa Shuhada Badr (Unione dei battaglioni dei martiri di Badr)? Il suo capo è Qalid bin Ahmad Siraj Ali (alias Qalid Hayani). Il gruppo è dedito a saccheggi e altri crimini contro i civili nella provincia di Aleppo. La liwa Shuhada Badr controlla due centri di tortura soprannominati “Guantanamo” e “Abu Ghraib”, dove detengono avversari politici, militanti baathisti e civili rapiti nei quartieri settentrionali di Aleppo. La liwa Shuhada Badr è attivamente impegnata nella lotta contro la locale popolazione di origine curda, ed è nota per l’uso dei famigerati “cannoni inferno”, armi che lanciano grosse bombole di gas caricate di TNT, utilizzate contro i quartieri filo-Baath di Aleppo. Ad aprile, una coalizione di attivisti siriani per i diritti civili di Aleppo aveva definito Hayani un “macellaio” avendo bombardato i civili, incoraggiato i suoi uomini a violentare le donne e i prigionieri, per aver saccheggiato e distrutto le industrie, laboratori e negozi di Aleppo per venderne il materiale alle imprese turche. La liwa Shuhada Badr controllava parte dei quartieri settentrionali di Aleppo Shayq Maqsud, Bani Zayd, al-Qaldiya e Ashrafiya e dispiega parte dei suoi circa 3000 islamisti oltre che ad Aleppo anche a Hayan, Bayanun e Haraytan. A giugno, il gruppo terroristico ha bombardato i quartieri occidentali di Aleppo, filo-governativi, in risposta alle elezioni presidenziali siriane. Le due ragazze sono vicine anche ad organizzazioni come ‘Un esercito unificato per ripristinare la rivoluzione‘, emanazione del Fronte islamico, le cui iniziative hanno questo tenore: "il PYD è criminale quanto i criminali del partito Bath" “. Il PYD è il maggiore partito della minoranza curda in Siria, che ha una notevole presenza ad Aleppo. Come visto, i curdi sono oggetto degli attacchi della brigata taqfirista di Hayani, cui le due rapite (e viciniori) esprimono entusiastico supporto e sostegno. In sostanza, le ONG italiane o attive in Italia, con la copertura dei servizi segreti (italiani e turchi), della Farnesina e di altri organismi delle ‘autorità italiane’ (scusate l’ossimoro), supportano attività, in Italia, che sarebbero vietate dalla legge Mancino. Ma non finisce mica qui... La ‘cooperante’ Vanessa Marzullo si felicita per le imprese dei terroristi di al-Nusra (vedere foto numero 5, NdA) Vanessa Marzullo, 10 giugno 2014: ‪#‎Homs‬ – Il 3 giugno, i rivoluzionari hanno preso d’assalto il villaggio di Um Sharhsouh, 10 km a nord della città di Homs e 2 chilometri a ovest della strada M5 (la principale ad unire nord-sud), conquistando il punto più alto del paese, la fortezza di Um Sharshouh. Da allora, guidati da Jabhat a-Nusra, Ahrar al Sham e altri battaglioni, hanno preso controllo del 60% del paese, sottraendo al regime diversi depositi di armi. La battaglia per Um Sharshouh è parte di una campagna militare della zona periferica settentrionale, dove i ribelli mantengono il controllo di alcune zone: Rastan e Talbise; al-Hula e Dar al-Kabira a ovest. Osama Abu Zeid, attivista di 23 anni di Homs, spiega perchè alcuni dei rivoluzionari della città vecchia di Homs si sono tirati fuori dagli scontri. * Qual è l’importanza di Um Sharshouh? La sua posizione geografica. Si trova su una collina che domina il resto dei villaggi che vogliamo liberare. Ha una fortezza, il castello Um Sharshouh – il cui controllo è fondamentale per le battaglie. La maggior parte dei shabiha, miliziani governativi, erano al suo interno. * Le brigate vogliono riprendere il controllo di Homs? Hanno obiettivi a lungo termine? Quello che sta accadendo nel nord non ha alcun legame con la battaglia per riconquistare Homs, al punto che non tutti i battaglioni che hanno lasciato la città stanno partecipando. Questi battaglioni sono stati intenti a unificare i loro ranghi, al fine di riprendere il controllo della città. * Qual è l’obiettivo della battaglia per Um Sharshouh, e cosa è accaduto fino ad ora? L’obiettivo è liberare un gruppo di villaggi controllati dal regime: Um Sharshouh, Kufr Nan e Jabourin. Quei villaggi separano Talbise e Rastan da al Houla. Se questi villaggi vengono conquistati, l’Esercito Siriano Libero sarà sul punto di controllare la via di rifornimento del regime per la costa: l’autostrada Homs-Tartous. Fino ad ora i ribelli hanno preso il controllo di una parte di Um Sharshouh, tra cui il castello della città – una delle parti più importanti della battaglia. Queste le sue parole e queste nella foto le "opere" dei suoi amichetti bisognosi di "cooperazione" (vedere foto numero 6, NdA) Ma veniamo ai "fatti" di casa nostra Insieme alla piccola e felice vispa teresa cerchiata in rosso (vedere foto numero 7, NdA), l’uomo all’estrema sinistra, sempre cerchiato in rosso) è Haisam Saqan (Abu Omar) La tizia che fa la V di vittoria si chiama Nawal Soufi, attivista antisiriana di origine marocchina. Forse tale origine le permette di divinare sempre i carichi di immigrati clandestini che sbarcano in Sicilia, dove lei opera? Digos e servizi segreti italiani, tacciono, acconsentono e proteggono. E le due farfalline si occupano infatti anche dei flussi migratori, con i quali arriva qui DI TUTTO (vedere foto numero 8, NdA) “…ci sarebbe il concreto rischio di terroristi siriani infiltrati, che approfittano delle maglie larghe connesse all’ “Operazione Mare Nostrum” per entrare indisturbati nel nostro Paese. … La Sicilia colabrodo, dunque, potrebbe costituire un facile varco d’ingresso per i terroristi dell’Isis, confusi tra la folla dei migranti. Per non parlare di quelli già presenti. Molti sono italiani, altri sono invece immigrati di seconda generazione. Sono duecento e vivono tutti in Italia. Sarebbero stati addestrati nei campi paramilitari in Afghanistan, in Pakistan e in Iraq e adesso sono rientrati in Italia, dove conducono apparentemente una vita normale, senza dare particolarmente nell’occhio. Sono i terroristi islamici di casa nostra, per la maggior parte italiani, addestrati militarmente nelle fila degli integralisti, che avrebbero il ruolo di agire per il reclutamento nel nostro Paese. … E non è tutto, perché sarebbero invece una cinquantina gli italiani già partiti per Siria e Iraq, che si sarebbero uniti alle milizie jiahidiste dell’Isis, i tagliatori di teste per intenderci, che impongono la severa legge islamica assassinando tutti coloro che ritengono infedeli o apostati. La notizia più eclatante, qualche tempo fa, è stata quella di un 25enne di Genova, morto fra i miliziani dell’Isis in Siria, mentre combatteva per l’Islam più integralista. … Le preoccupazioni vengono confermate, poi, anche dal direttore dell’Ufficio Antiterrorismo, Lamberto Giannini, … che sottolinea come insieme a persone che hanno già combattuto su altri fronti (come quello afghano), il contagio fondamentalista stia coinvolgendo anche giovani, spesso incitati grazie al web a convertitisi all’Islam in modo rapido e improvviso.” [Repubblica] Ed eccolo qui il nostro eroico Haisam Saqar, alias Abu Omar, ripreso in alcuni momenti del suo lavoro... (vedere foto numero 9, NdA) Nel 2012 …”Haisam, dopo aver partecipato alle manifestazioni per la liberazione della Siria a Milano e Varese (le stesse durante le quali si conoscono anche le nostre due ragazze volontarie rapite agli inizi di agosto, Vanessa e Greta). Prima Haisam diventa tra i leader più attivi del Coordinamento siriani liberi di Milano. Nelle manifestazioni è sempre in prima fila, spinge, incoraggia gli altri. Poi prende parte all’assalto all’ambasciata siriana a Roma, nel febbraio 2012. Un video su YouTube lo mostra mentre arringa i compagni. Ed è a quel punto che gli inquirenti iniziano ad interessarsi a lui. Si becca una denuncia, viene condannato all’obbligo di firma. E’ esasperato, sul suo profilo Facebook “Haisam Siria” (ora disattivato), i messaggi si fanno sempre più radicali. All’inizio se la prende con il regime. «Il mio piede schiaccia gli alawiti – Dobbiamo bruciare gli alawiti», scrive rivolgendosi al presidente siriano Assad (alawita). Denuncia le torture e i patimenti del popolo siriano, niente di più niente di meno di quanto non facciano tanti suoi connazionali stanchi di assistere ai massacri. Poi, gradualmente, i post diventano sempre più violenti. … All’incirca nella primavera del 2012 parte per la Siria. Probabilmente passa dalla Turchia, via Gaziantep. Poi al campo profughi di Killis. Lo stesso percorso seguito da Giuliano del Nevo, che si è arruolato tra le file di Isis. In un messaggio postato su un’altra pagina Facebook , si legge: «ll nostro fratello Haisam che ha deciso di lasciare Milano per unirsi all’esercito Siriano Libero». Haisam, dunque, sembra essere finito tra le file dei ribelli del Free Syran Army. Quando mette piede in Siria di Isis ancora non si parla. Sulla sua pagina Facebook però inizia a comparire anche la bandiera nera dei gruppi jihadisti nei quali alcuni dei ribelli, stanchi delle sconfitte, stanno confluendo. Più che di Isis, sembra trattarsi di al-Nusra, vicina ad al-Qaida ma meno organizzata e feroce di Isis. Ed è a quel punto che Abu Omar spunta nel video del New York Times [http://www.nytimes.com/…/brutality-of-syrian-rebels-pose-di…]. Di lui, poi si perdono le tracce. Ora, mentre la procura di Milano riapre il fascicolo a suo nome per indagare su reati di terrorismo internazionale (in Italia arruolarsi in milizie straniere non è considerato reato, mentre lo è reclutare e fare adepti, secondo l’articolo 270 quinquies che prevede l’arresto per chi pratica attività di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale), l’attenzione sulla presenza di jihadisti e reclutatori nel nostro paese si alza. [Corriere della Sera] Ma non basta. Il nostro Governo comincia a preoccuparsi, mentre i media fanno la gara a chi è più incosciente L’ebetino Gad Lerner intervista il terrorista Haisam Saqan sul modo migliore di esportare la ‘democrazia’ in Siria… (vedere foto numero 10, NdA) “Secondo alcune indiscrezioni filtrate dal governo ci sarebbe una certa irritazione per il tardivo apprendimento di alcune operazioni di intelligence sia nella zona siriana che in quella libica, e anche per una sottovalutazione da parte dell’AISE di quel che stava avvenendo a Tripoli e Bengasi. Ma il caso che più preoccupa il governo è stata la scelta dei servizi segreti italiani durante il 2013 di seguire acriticamente senza che risulti né autorizzazione preventiva né adeguata informativa le direttive di altri servizi -soprattutto quelli americani- nell’area siriana. Un particolare sembra inquietare il governo in questo momento: la scelta dell’intelligence italiana, che in quell’area calda aveva una struttura già depotenziata da qualche anno, sarebbe stata quella di aiutare in ogni modo il fermento della rivolta nei confronti del presidente siriano Bashar al Assad. La linea certo è stata simile a quella di altri servizi occidentali, e le operazioni sul territorio non dissimili da quelle scelte dagli stessi americani. Dall’Italia, secondo la ricostruzione che si sta ultimando proprio in queste ore, sarebbero partiti addestratori militari specializzati nelle tecniche di guerriglia destinati in particolare a due campi organizzati, uno in territorio turco e l’altro ai confini della Giordania. Lì sarebbero stati addestrati proprio dagli italiani alcuni combattenti -anche miliziani qaedisti- che successivamente sono andati ad ingrossare le fila dell’ISIS, rendendosi protagonisti anche di alcune azioni (come i rapimenti) di cui sono stati vittime cittadini occidentali, e perfino italiani. Un errore strategico (visti gli avvenimenti successivi) di questo tipo è stato compiuto dagli stessi americani, con una differenza tecnica non da poco: per ogni miliziano addestrato gli americani hanno raccolto i dati biometrici (impronte digitali, DNA, iride etc…), l’intelligence italiana no. Con il risultato che gli americani hanno tracciato i miliziani da loro addestrati, e quindi sono in grado di rintracciarli e identificarli. Gli italiani no”. [Analisi Difesa] Una bella signora ben vista dalla Nato... Elisa Fangareggi con con l’ammiraglio Rinaldo Veri, presidente del Centro Alti Studi Difesa, noto ente di beneficenza collegato al Ministero della Difesa. (vedere foto numero 11, NdA) Elisa Fangareggi con l’ambasciatore della NATO Stefano Stefanini. (vedere foto numero 12, NdA) In relazione al paragrafo qui sopra, sulle operazioni dei servizi segreti italiani contro la Siria, va rilevata un’altra organizzazione filo-taqfirista, che s’infiltra in Siria sotto mentite spoglie umanitarie: l’ONG ‘Time4life’, che, guarda caso, ha una base operativa in Turchia, a Kilis, nel paese da cui s’infiltrano migliaia di squadroni della morte taqfiristi per devastare la Siria e danneggiare il suo popolo. Come al solito, anche tali ‘cooperanti’ operano tranquillamente in un territorio controllato dai servizi segreti della NATO, italiani, turchi, qatarioti e le varie organizzazioni terroristiche islamiste. Ma questo non è un caso, poiché sebbene si proclami associazione “nata con l’obiettivo di raccogliere donazioni di denaro, cibo, medicinali, abiti e beni di prima necessità da destinare ai bambini in difficoltà, da quelli in Siria, colpiti dalla guerra, a quelli del Nicaragua e della Romania…” é l’ennesima copertura atlantista per interferire negli affari interni della Siria “…al centro dell’attenzione internazionale dopo lo scoppio della rivolta del 2011 trasformatasi ben presto in una sanguinosa guerra civile (Per magia, verrebbe da pensare, NdR): gli aiuti vengono raccolti in Italia e distribuiti dai volontari dell’Associazione alle popolazioni nei campi profughi allestiti in territorio siriano o sfollati nei paesi confinanti (in principal modo nel comprensorio di Kilis, Turchia)”. Già. E se fossi nei panni del Presidente Ortega, mi preoccuperei, poichè questa ambigua associazione è presente anche in Nicaragua, a Chinandega, dove “sono stati avviati alcuni progetti a sostegno dell’infanzia, dal punto di vista educativo e scolastico”. Il Nicaragua ritorna alla ribalta mondiale grazie alla costruzione cinese di un nuovo canale interoceanico, irritando gli USA per la concorrenza al canale di Panama, saldamente controllato da Washington. In relazione, ogni mossa volta a preparare il terreno all’ennesima primavera colorata, è ben gradita ai burattinai del Pentagono e di Langley. Responsabile di ‘Time4life’ è tale Elisa Fangareggi, la quale tra un’invettiva contro la Siria baathista e una scappata in Nicaragua, ha il tempo di frequentare esponenti e dirigenti della nota associazione umanitaria ‘North Atlantic Treaty Organization’ (NATO). Gli aiuti e i finanziamenti pretesi da tali pseudovolontari per le loro finte missioni umanitarie sono solo una copertura per occultare delle vere e proprie operazioni d’intelligence e di supporto al terrorismo contro la Siria e il suo popolo. Chi fornisce denaro a tali pseudo-ONG, mere organizzazioni di copertura dei servizi segreti della NATO, finanzia il terrorismo e lo stragismo in Siria, che producono quelle stesse vittime che tali oscene organizzazioni sfruttano per racimolare denaro, usurpandolo al popolino di creduloni irretiti dalla propaganda imperialista. E il bello è che la Fangareggi, amicona di generali e ammiragli della NATO, viene spacciata come "...giovane madre di Modena che lotta per salvare i bambini siriani...", come sicuramente vengono presentati i figuri di quest’ennesima operazione d’infiltrazione made in Germany, ma collegata sempre a ‘Time4life’: “3433 – The Road to Syria” [https://www.indiegogo.com/projects/3433-the-road-to-syria], di “Action Syria” [http://actionsyria.org/], associazione di Berlino per finanziare progetti ‘umanitari’ in Siria, e i cui responsabili hanno tutti le stimmate di agenti della Guerra psicologica (PsyWar) contro la Repubblica Araba di Siria: Thomas Rassloff, fotogiornalista da 12 anni in Medio Oriente, da Israele all’Afghanistan, e Björn Kietzmann, fotogiornalista che nel 2013 s’infiltrò in Siria tramite le linee di rifornimento dei terroristi islamisti che occupavano Aleppo, per diffondere propaganda antisiriana e condurre la guerra psicologica a sostegno del terrorismo islamo-atlantista e contro il governo socialista di Damasco. Questo è dunque il sottobosco dove le due ragazzotte si muovevano, fino a qual punto manipolate o consapevoli è tutto da stabilire. Ma si tratta di un ambiente assai infido e tutto a questo punto è possibile. Anche che vengano sacrificate.... Questo è il tracciato del viaggio di Vanessa Marzullo nella Siria martirizzata dalla guerra islamo-atlantista. No Alpitour? (vedere foto numero 13, NdA) Fonti: 5 Pillarz: http://5pillarsuk.com/…/assessing-syrias-islamist-rebel-al…/ Chechens in Syria: https://chechensinsyria.wordpress.com/…/syria-chechen-jiha…/ Corriere: http://www.corriere.it/…/ragazze-rapite-siria-terzo-respons… Il fatto quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/…/siria-rapite-da-…/1083993/ Jamestown: http://www.jamestown.org/regions/middleeast/single/… Occupy Antwerp: http://www.occupyantwerp.be/syria-friday-demo-11042014/ The Arab Chronicle: http://ww2.the-arab-chronicle.com/… Repubblica Aurora http://www.imolaoggi.it/…/ecco-chi-sono-in-realta-greta-ra…/ * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * Si aggiunge che Elisa Fangareggi 5 ore fa ha pubblicato sulla pagina 'Time4life' il seguente post: [https://www.facebook.com/photo.php…] << Mi auguro, con tutto il cuore, che Vanessa e Greta possano presto ritornare dalle loro famiglie. Il sondaggio sul giornale diceva che l'83% degli italiani e' contrario a che sia pagato un riscatto per loro. Sono due persone, sono due vite umane, sono due ragazze terrorizzate e distrutte, chi vorrebbe vedere un proprio figlio in quello stato in mano a quelle persone? Il gesto e' stato incosciente, e' vero. A 20 anni non ci si avventura in un Paese in guerra, dove i sequestri di persona sono all'ordine del giorno, proprio ordinaria amministrazione. Tante volte si sono proposti a noi volontari, alcuni ahime' scesi, della categoria che ironicamente definiamo "I rischio la vita", che vogliono partire non tanto animati dalla voglia di aiutare i bambini, ma da quella di avere l'adrenalina in corpo per il fatto che si entra in un Paese in guerra, che poi da raccontare agli amici e' super....poter dire "Ho rischiato la vita in Siria"! Greta e Vanessa non mi sembrano far parte dei "rischio la vita", ma piuttosto sono state animate da buoni propositi sottovalutando i pericoli. Da volontaria che ha lavorato sul campo posso dire che pero' quando ti trovi li in mezzo, ti fai prendere dalla foga di aiutare, e spesso si sottovaluta il pericolo, se non addirittura, si smette di percepirlo. Ricordo quando vicino al campo profughi una kamikaze ha tentato di farsi saltare, ci hanno immediatamente fatto abbandonare la zona, ma io ero contrariata, volevo finire di distribuire i sacchi a pelo: non percepivo il pericolo che si stava correndo. Poi tornando a casa spesse volte, mi ritrovavo con le gambe che tremavano di notte pensando ai pericoli corsi, e ho comunque 15 anni in piu di Greta e Vanessa. Chi a 20 anni non ha fatto delle stupidaggini? Chi non ha mai corso pericoli? Quanti hanno rischiato la vita è messo in pericolo quella di altri per motivi molto più stupidi come una serata a base di alcool? Le due ragazze volevano aiutare, lo hanno fatto in modo incosciente, e di certo sono state circondate da persone ingenue che non le hanno affiancate presentando loro la gravita' della situazione in Siria, dove ci sono persone che ti venderebbero per un pacchetto di sigarette. Permettetemi di dilungarmi su quella realtà: lì gli aiuti si prendono perche servono, ma in qualche modo è tristemente facile trovare persone che cercano di fregarti...non le persone semplici, non le famiglie che hanno fame, ma quella categoria di persone che ha una posizione di potere, seppur piccolo. A noi sono stati necessari 2 anni nei campi profughi e oltre 30 missioni per capire che portare aiuti li e' praticamente impossibile, se si vuole mantenere alti certi valori. Abbiamo visto medici passare le giornate a gozzovigliare sorseggiando te e caffe' anziche occuparsi dei profughi, insegnanti stipendiati nelle tende scuola analfabeti nel senso piu letterale del termine, che avevano quel lavoro perche fratelli di.... Figli di... (noi italiani siamo maestri in questo no....?) poi tutti pronti in posa per le foto! Siamo stati truffati in tutti i modi possibili immaginabili, da foto false degli aiuti arrivati, a prezzi gonfiati dove ad ogni singolo passaggio qualcuno doveva arricchirsi, dalle piccole cose, come gli stivaletti di gomma per i bambini, che si trovano a un euro al paio ed arrivavano a farceli pagare fino a 5 euro, stessa cosa per le coperte, facevamo comprare antibiotici per bambini per poi trovare nelle scatole antibiotici per post operatorio da adulti, da dare ai soldati. Cosi i pacchi alimentari, spesso le associazioni umanitarie vanno a portarli, mettono in fila donne e bambini a ritirarli, e tutto fila liscio. Peccato siano le mogli e i figli dei combattenti, e il pacco viene utilizzato come sostituto dello stipendio. Da questo derivano scontri, liti, soprattutto per una come me che non riesce a stare zitta, e di qui ricatti e minacce. Ma se mi chiedete: Ne e' valsa la pena? Assolutamente si. Per tre motivi. Se tutto questo ha salvato anche solo una vita, ne e' valsa la pena. Se tutto questo ha regalato anche solo un sorriso a qualche bambino, ne e' valsa la pena. Il terzo motivo e' che ci ha permesso di imparare tanto. Ora appena ci viene presentato un progetto abbiamo l occhio clinico per capire se dietro si nasconde una truffa, la vediamo subito. Realizziamo programmi dove tutto l aiuto deve andare ai bambini, se questo non e' possibile, andiamo altrove. Purtroppo il mondo e' pieno di bambini da aiutare, che stanno male, che soffrono. Aiutarli non deve arricchire nessuno. Non deve diventare un buisness. Deve essere amore che spesso prende la forma di beni materiali o servizi. I bambini siriani che aiutiamo fanno parte di famiglie di profughi che seguiamo da oltre un anno, Mimmo per loro fa la spesa, Sofia prende nota di tutto quello che viene consegnato, ed ogni mese si verifica che nulla sia stato rivenduto o ceduto. Per imparare a muoverci in questo modo ci e' servito tempo, ed esperienza. Penso a tutte le volte in cui le persone mi hanno chiesto perche bambini orfani non sono adottabili, perche non sono affidabili anche per un periodo di tempo a famiglie italiane, piuttosto che vivere al freddo e al gelo con la fame. Questo mi fa capire quanto molte persone siano animate da buona volonta' ma lontane dalla cultura di quei posti, cultura spesso difficile da capire anche dopo lunghi ed intensi periodi. Uno degli aspetti per me, per noi più incomprensibile è il valore che si dà alla vita dei propri cari, dei propri familiari, a volte dei propri figli: pensate a che valore per loro puo avere la vita di quelle due povere ragazze... Il solo valore economico del riscatto. Speriamo che tornino a casa presto, sicuramente avranno imparato tanto, purtroppo, a caro prezzo. >> * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * e adesso guardate questo video ... in questo video Greta e Vanessa accolgono i profughi che con il treno riescono ad arrivare a Milano, per poi essere smistati nei vari paesi dell'Europa. Come si può vedere non sono sole; ci sono altre persone intorno a loro ... c'è tutta un'organizzazione, della quale si presume che le Autorità competenti stiano indagando, o almeno si spera ... --> http://video.corriere.it/…/e55e5326-1e16-11e4-832c-94686558…

giovedì 15 gennaio 2015

COSA STA ACCADENDO FRA EGITTO E PALESTINA?


I Palestinesi perdono la residenza dell'Egitto per il tentativo di traversata del Mediterraneo Mentre il governo egiziano consolida la sua potenza, i palestinesi sono ad affrontare crescenti vetriolo, arresti e deportazioni di Tom Rollins Mercoledì 14 Gennaio 2015 Tre generazioni della diaspora palestinese, una volta vivevano in questa modesta casa di famiglia alla periferia di Alessandria. Nella stanza di fronte, Abu Ismail, padre e rifugiato del 1948 che è venuto in Egitto da Gaza nel 1967, sta ora narrando una storia di tradimenti e di valichi di frontiera da alcuni minuti . Umm Ismail, una ex residente del campo Yarmouk della Siria che ha lasciato nel 1970, si sta preparando una tazza di tè speziato in cucina, alla porta accanto. Ma i loro figli, e Ismail Hassan, non sono più qui. I due fratelli ora formano l'ultimo capitolo di una storia familiare che ha già assistito a più spostamenti, a guerre civili nelle presunte patrie . Figli della Nakba (catastrofe) nel 1948 e rifugiati del 1967, nipoti di "fedayn" palestinesi (combattenti) dalla guerra civile libanese, la storia dei fratelli evidenzia anche l'esperienza palestinese in Egitto, dalla storia ai giorni nostri. Nel mese di settembre, Ismail ed Hassan stavano cercando di lasciare la costa nord dell'Egitto, quando la barca di contrabbando era stata catturata, mentre vagava al largo della costa, da parte delle autorità di Alessandria. I fratelli sono stati spostati dalla stazione di polizia al carcere e viceversa; spogliati della loro residenza e, a metà dicembre, deportati in Malesia, dopo più di due mesi di detenzione. "Ho sempre voluto lasciare l'Egitto, ma lasciare in questo modo mi ha fatto tristezza", ha detto Ismail, parlando al telefono dalla Malesia. Ricordava di non sentire "nulla" fino al momento in cui è stato messo su un aereo, dal Cairo a Quala Lumpur, e poi ha sentito "assolutamente tutto". "Se avessi raggiunto l'Europa, le cose avrebbero potuto essere diverse," il 35enne ha aggiunto mestamente. Tornando all' Egitto, la madre e il padre dei due fratelli sono ancora alle prese con la deportazione. "Ancora non sappiamo perché è successo", ha detto la madre, che ha chiesto di essere nominata come Umm Ismail. "Vogliamo vedere il loro file o non sappiamo quali accuse stavano affrontando." Chiedono risposte, prima che Abu Ismail rimproveri la moglie. "Perché stai andando di nuovo su questo?", ha detto alla moglie, dopo una pausa per ascoltare. Individuati La loro storia la dice lunga su come i rifugiati che cercano di raggiungere l'Europa via mare sono trattati in Egitto, quando sono catturati. Circa 4.500 persone sono state arrestate , sulla costa settentrionale, nel 2014; mentre oltre 250 palestinesi, compresi quelli che hanno attraversato illegalmente attraverso i tunnel di Gaza e altri con familiari che risiedono legalmente in Egitto, sono stati deportati a Gaza, secondo i dati forniti dai ricercatori dell' Iniziativa Egiziana per i diritti personali di Alessandria. Parla anche a volumi sulla vita per i circa 70.000 palestinesi residenti in Egitto. "Ho vissuto tutta la mia vita in Egitto", ha detto Ismail dal Centro Giovanile Anfoushy , un centro di detenzione temporanea in Alessandria, alla fine di ottobre, prima di essere deportato. "Loro rinnovano il mio [permesso di soggiorno] palestinese ogni tre anni." A differenza dei palestinesi dalla Siria in stato di detenzione, allo stesso tempo, l'ufficio del ministro degli interni è riferito avere firmato la deportazione dei fratelli per lasciare l'Egitto nel mese di ottobre - un processo di routine controllato dalla sicurezza dello Stato. "Sono venuti da noi e hanno detto: ' Acquistate un biglietto per andare ovunque'. Ma dove dovremmo andare? " ha chiesto Ismail. I rifugiati che o non possono permettersi di pagare per un volo dall'Egitto, o rifiutano le procedure di espulsione, possono essere trasferiti in prigione. Dopo oltre un mese di detenzione, il 28 ottobre, i fratelli sono stati condotti attraverso il valico di Rafah al confine con Gaza, dove sono stati respinti a causa delle condizioni di sicurezza, e poi portati al carcere di Ismailia El-Mustaqbal , nei pressi del canale di Suez. Il comandante della prigione li ha respinti, secondo gli avvocati del Centro egiziano per i diritti economici e sociali in Alessandria, e i fratelli sono stati poi riportati nuovamente alla città che un tempo era la loro casa. "Non so perché le autorità egiziane ci trattano in questo modo", ha detto Umm Ismail. "Forse perché i miei figli hanno tentato di emigrare illegalmente, ma d'altra parte le persone da Sudan, Afghanistan o in Turchia sono autorizzati ad andare ovunque in Egitto - ma noi, no, forse perché potremmo essere di Gaza?" Umm Ismail ha poi ricordato le visite alla stazione alla Seconda polizia di Muntazah dopo un tentativo di espulsione; in attesa di un altro. "Sono stati i giorni peggiori ... spero che nessuno deva passare attraverso questo." Umm Ismail affermato che tangenti dovevano essere versate agli agenti di polizia, per visitare i loro figli, che sono stati arrestati a soli 20 minuti di auto dalla casa di famiglia. "Abbiamo dovuto pagare un sacco di soldi per vederli." A volte 'vederli' significava comunicare attraverso un portello nella porta della cella ", ha aggiunto. Come ogni popolazione di rifugiati in un paese ospitante, i palestinesi si trovano spesso in preda ai cambiamenti della politica interna o internazionale. I rifugiati di diverse nazionalità sono anche deportati, più spesso ai paesi di origine, quando sono catturati nel tentativo di attraversare il Mediterraneo in modo irregolare. Ma in Egitto, le relazioni geo-politiche tese con il suo vicino hanno chiaramente lasciato molti palestinesi, come Umm Ismail, a sentirsi soli. "Siamo preoccupati a volte perché siamo palestinesi, qualcuno potrebbe dire che abbiamo fatto qualcosa di sbagliato e lo dice alle autorità", ha detto. "Non abbiamo ancora detto ai nostri vicini che [Ismail e Hassan] sono stati deportati. Diciamo loro che era la decisione dei nostri figli", perché non vogliamo problemi con nessuno. " Macchiati come terroristi Da quando il 3 luglio 2013 c'è stato il rovesciamento dell'allora presidente egiziano Mohammed Morsi, i palestinesi hanno affrontato situazioni difficili in Egitto - sia l'incitamento nei media, una svolta sorprendente contro Gaza durante la guerra di questa estate, sia la chiusura prolungata del valico di Rafah, l'unico confine alla Striscia di Gaza che Israele non controlla. Allo stesso modo, dopo una serie di eventi tra cui l' assassinio nel 1978 dello scrittore e ufficiale egiziano Youssef El-Sebai a Cipro da uomini armati palestinesi presumibilmente allineati alla Organizzazione per la liberazione della Palestina, il governo del presidente Anwar Sadat aveva revocato molti dei diritti di cittadinanza concessi ai rifugiati palestinesi lasciati dal suo predecessore, Gamal Abdel Nasser. Dalla Seconda Intifada all'operazione Protection Edge, la storia dei palestinesi in Egitto è definita da questi picchi instabili e dalle depressioni. Wesam al-Rayes dell'Unione delle donne palestinesi, una delle diverse organizzazioni palestinesi con sede al Cairo, illustra questo quando parla, disegnando un grafico a linea immaginaria su e giù in aria. Eppure Rayes sostiene che questo è il momento peggiore per i palestinesi in Egitto, dall'assassinio di Sebai nel 1978. "Questa è davvero la prima volta che i palestinesi si trovano ad affrontare una reazione aggressiva da parte delle autorità in Egitto," Rayes ha detto nel suo ufficio in centro. "Non ci sono stati mai problemi di sicurezza come questo in Egitto prima, cui [le autorità] sono molto sensibili. Sono alla ricerca dei palestinesi come un partito che creerà loro problemi", ha aggiunto. "Non so se questa sarà una politica in Egitto, che continuerà permanentemente, o si concluderà una volta che la situazione politica diventa più stabile." Le recenti misure di sicurezza hanno incluso la revoca dei permessi di soggiorno per i palestinesi. L'Assistente del Ministro degli Interni per l'Immigrazione e la Nazionalità, Hussein El-Reedy, recentemente ha sottolineato come la residenza di un palestinese può essere revocata, in un'intervista con il sito web del quotidiano statale Al-Ahram . "Il Consiglio dei Ministri può revocare la nazionalità [ a un palestinese] se si è unito ad una organizzazione straniera all'estero", ha spiegato, "[o] se fosse suo scopo minare il sistema sociale ed economico del paese con la forza o qualsiasi mezzo illegale." Tra coloro che è stato riferito presi di mira c' era Mahmoud al-Zahar, ex ministro degli Esteri nella Striscia di Gaza e un membro di spicco di Hamas. "Se è provato che alcuni sono stati coinvolti in atti terroristici," Reedy ha spiegato, " ritireremo [la cittadinanza] immediatamente." Il ministero dell'Interno ha commercializzato la politica come un modo di raddrizzamento delle mosse adottate da Morsi, il che implica che sotto il suo governo, molti palestinesi con affiliazioni sospette o non definite hanno avuto il diritto di vivere in Egitto. Il ministero dell'Interno non ha risposto alle richieste di commento. Piuttosto che essere marchiati come terroristi, sembra che Ismail e Hassan sono stati puniti per aver tentato di immigrare illegalmente - e ritenuti "pericolosi per la sicurezza nazionale" nel processo, ha spiegato Yasser Salman, addetto stampa presso il Consolato palestinese ad Alessandria. "[Ismail e Hassan] cercavano di emigrare in un altro paese illegalmente, con un gruppo di persone quando sono stati arrestati", ha detto. "Deportare i fratelli è il risultato del [loro] rompere le leggi e le regole egiziane." Nessuna politica ufficiale Si tratta di una posizione difesa dal Ministero degli Esteri egiziano. "Questo è illegale", ha detto il portavoce del ministero, Badr Abdel Aaty. "Non è permesso affatto, agli egiziani o ai non egiziani, di migrare illegalmente." Tuttavia, Abdel Aaty ha negato che il governo mantiene una politica di espulsione per chi, come Ismail e Hassan, è catturato sulla costa. "Non abbiamo alcuna politica ufficiale di espellere qualsiasi rifugiato, comunque sia entrato o abbia lasciato il paese ... Non è la nostra politica. Ma ", ha aggiunto," se entrano illegalmente o escono illegalmente, tutti devono essere trattati secondo la legge egiziana. " Alla fine, Abu Ismail e Umm hanno raccolto i soldi per mandare Ismail e Hassan in Malesia. Sono al sicuro, ma non necessariamente sicuri. Hassan, 19 anni, lavora in un ristorante mentre Ismail cerca di trovare i soldi per pagare i loro documenti di affitto e di residenza. "Stiamo cercando di andare da qualche altra parte", ha detto. "Non voglio andare in prigione." Nel frattempo, devono farsi una casa fuori dalla diaspora, a migliaia di chilometri dalla loro casa di famiglia in Egitto. (I nomi completi sono stati trattenuti per proteggere le identità.) Mahmoud El-Sobky e Ahmed Hassan Aly hanno contribuito alla segnalazione.

martedì 13 gennaio 2015

Je suis Naji Al-Ali.


Io sono un'artista, il mio cuore, la mia mente, la mia anima spesso si ritrovano fuori dalla realtà di questo mondo inzuppato nel sangue come un biscotto in una tazza di cappuccino al mattino... Io vedo, io sento e io parlo! ...vedo fino infondo l'errore più grande della natura chiamato " Essere Umano" pur riuscendo ancora ad apprezzarne la genialità, quando essa è rivolta ad esaltare il bene e il bello...anche se il concetto di bene e di bello spesso è deformato anch'esso dalla bramosia, dall'ingordigia e dall'avidità ! ... sento il dolore di questo vecchio Mondo straziato dalle guerre . Sento l'Amore straziato , sento l'innocenza calpestata , sento il furore sordo di uomo contro uomo in preda alla droga chiamata " Potere" alimentato in vena da una sostanza letale chiamata denaro. ...parlo attraverso la mia arte , cerco di comunicare ai miei simili la verità nuda e cruda. Protesto contro il genocidio che Israele sta commettendo contro il mio popolo che non è differente di tutti gli altri genocidi commessi nel mondo, nel totale silenzio dei mezzi di informazione in mano ai poteri forti.(silvana parlagreco)
"...non sono giordano, non sono libanese, non sono siriano, non sono egiziano, non sono di nessun paese, in breve non ho una carta d’identità e neanche la cerco. Sono un arabo, punto.” IO NON HO MAI OFFESO O DERISO LE ALTRUI RELIGIONI . SONO STATO UCCISO PERCHè HO INVENTATO UN PERSONAGGIO. HANDALA. CHE ANCORA ATTENDE DI POTERE MOSTRARE IL SUO VOLTO A QUESTA UMANITA' ! Handala (o Hanzala), dall'arabo حنظلة ("vignettista") è un personaggio creato dall'artista palestinese Naji al-Ali. È un bambino di 10 anni, con capelli ispidi, piedi nudi e toppe sui vestiti; il suo volto non è visibile poiché viene mostrato sempre di spalle e con le mani intrecciate dietro la schiena, come una presenza muta ma ostinata. Il personaggio ha molteplici significati: la sua testa assomiglia a un sole, che simboleggia il futuro; i suoi capelli sono come gli aculei di un riccio, per difendersi; ha i piedi nudi perché è povero come i bambini dei campi di rifugiati; mostra sempre le spalle a chi lo guarda perché non d'accordo con la situazione attuale (mostrerà il suo volto solo quando la situazione cambierà); lo sguardo è rivolto ai villaggi, al mondo; è rimasto bambino, perché quando fu costretto ad abbandonare il suo villaggio era bambino, e la sua vita continuerà, e quindi crescerà, solamente quando potrà fare ritorno a casa. Su di lui, il suo autore ha scritto: «Inizialmente era un bambino palestinese, ma il suo significato si è sviluppato con un orizzonte prima nazionale, poi globale e umano. È un semplice bambino povero, e questa è la ragione per la quale le persone lo hanno adottato e lo sentono come simbolo della loro coscienza». È inoltre il logo della "Commission for Freedom and Justice Through Humor" Con questo mezzo, Al-Ali inizia ad usare i suoi disegni come strumento di lotta politica nell'ambito della questione palestinese contro Israele. Il suo personaggio più noto è Handala, un bambino palestinese raffigurato sempre di spalle perché non d'accordo con la occupazione israeliana mostrerà il suo volto solo quando la Palestina sarà liberata. Naji al-Ali fu assassinato fuori della sede di Londra del quotidiano kuwaitiano Al Qabas il 22 luglio 1987 colpito alla tempia destra. Naji al-Ali è rimasto privo di sensi fino alla sua morte il 29 agosto 1987. Anche se la sua volontà era di essere sepolto presso Ain al-Hilweh accanto al padre, il trasferimento della salma si è rivelata impossibile da organizzare e fu sepolto nel cimitero islamico di Brookwood fuori Londra. Il suo uccisore, Sawan. palestinese, piu tardi confessò che di aver lavorato sia per l'OLP che per l'agenzia di intelligence israeliana Mossad!------------------------------------------------------------------------ ...E IL MONDO TACQUE!
E’ il quotidiano israeliano Haaretz a comunicarci che domani in piazza, a Parigi, alla mastodontica manifestazione “per la libertà di espressione e la democrazia” sarà presente anche Benyamin Netanyahu. Sotto il drappo nero e la scritta “Je suis Charlie” abbiamo visto scorrere, in queste giornate, tra le più terrificanti immagini di questi tempi e sicuramente domani, sull’asfalto parigino, assisteremo alla sagra della mostruosità. Charlie Hebdo era irriverenza e blasfemia, lotta con qualunque arma all’oscurantismo: i caduti di quel giorno son gente nostra, son compagni, sono anarchici, sono blasfemi cazzari che hanno sempre odiato quel che questa gente è. Una rivista nata sull’antimilitarismo, sull’abbattimento del bigottismo e dell’oscurantismo, sulla presa per il culo di qualunque tipo di religione (che ci piaccia o no): chi riempirà le strade domani sarà proprio il nemico di quelle matite spezzate. Poi, mi ripeto, veniamo a sapere che non ci sarà solo un inutile Renzi, no.. alla sfilata di domani ci sarà anche chi ha fatto scuola in materia di uccisioni di vignettisti: il primo ministro dello stato ebraico di Israele. Sarebbe bello se domani in piazza Bibi Netanyahu ci raccontasse dove era il 22 luglio 1987, mentre su un marciapiede di Londra veniva colpito Naji al-Ali, disegnatore e vignettista palestinese, papà premuroso di Handala, bimbo palestinese simbolo delle sue strisce di cui nessuno ha mai visto il volto perché è sempre stato disegnato di spalle. Un bambino che rappresentava (e certo il piombo del Mossad non l’ha interrotto in questo suo compito) la resistenza palestinese e un intero popolo, un bimbo che si sarebbe girato per mostrare il suo volto solo una volta tornato a casa sua, solo una volta tornato libero, in terra di Palestina. Il papà di Handala, colui che muoveva quella matita così fastidiosa, era un uomo straordinario: a 10 anni era stato un Handala anche lui, esule, cacciato dalla sua terra e abitante di arrangiate tende nel campo di Chatila in Libano. Naji al-Ali con la sua matita, ogni giorno, anche dal più lontano esilio londinese, colpiva il nemico israeliano occupante con strisce sottili e pungenti, laceranti e dolci, era un combattente instancabile, finchè Israele non decise di andarlo a cercare.Handala, di Naji al-Ali Trovò la morte con un colpo in pieno volto, a molte miglia di distanza dalla sua terra profumata di Timo, colpevole, con la sua ironia e le sue matite, di combattere l’occupazione militare, l’esilio, l’impossibilità di ritorno, l’apartheid che ancora avanza. Sarebbe bello chiedere a Netanyahu dove era in quel luglio del 1987 quando il volto di Naji veniva spappolato, quando abbiamo perso per sempre la possibilità di vedere il volto del suo Handala. Sarebbe bello che Netanyahu domani si guardasse allo specchio e lo vedesse lui il volto di Handala, intento a sputargli in un occhio, poco prima che raggiunge una manifestazione in nome della libertà di espressione e in ricordo di vignettisti “uccisi dal terrore”. Vergognatevi. Leggi: Il massacro di Charlie Hebdo e il delirio islamofobo AND JE SUIS AHED, NON CHARLIE
Sono stato bombardato da un attacco aereo di occupazione sionista, mentre giocavo con mio fratello e due cugini sulla spiaggia di Gaza. l'estate scorsa, siamo stati tutti e quattro uccisi: Zakareyya, Mohamad e Isma'il Abu Baker ed io Ahed, il più anziano tra di noi aveva meno di 10 anni, noi purtroppo non siamo francesi, noi siamo palestinesi e non siamo stati gli unici a morire la scorsa estate. La guerra sionista fascista a Gaza, in Palestina, ha massacrato altri 2147 cittadini, compresi 530 bambini, circa 340 donne e 17 giornalisti. ----------------------NON CREDETE NECESSARIO MARCIARE ANCHE PER NOI?

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