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martedì 13 gennaio 2015

Je suis Naji Al-Ali.


Io sono un'artista, il mio cuore, la mia mente, la mia anima spesso si ritrovano fuori dalla realtà di questo mondo inzuppato nel sangue come un biscotto in una tazza di cappuccino al mattino... Io vedo, io sento e io parlo! ...vedo fino infondo l'errore più grande della natura chiamato " Essere Umano" pur riuscendo ancora ad apprezzarne la genialità, quando essa è rivolta ad esaltare il bene e il bello...anche se il concetto di bene e di bello spesso è deformato anch'esso dalla bramosia, dall'ingordigia e dall'avidità ! ... sento il dolore di questo vecchio Mondo straziato dalle guerre . Sento l'Amore straziato , sento l'innocenza calpestata , sento il furore sordo di uomo contro uomo in preda alla droga chiamata " Potere" alimentato in vena da una sostanza letale chiamata denaro. ...parlo attraverso la mia arte , cerco di comunicare ai miei simili la verità nuda e cruda. Protesto contro il genocidio che Israele sta commettendo contro il mio popolo che non è differente di tutti gli altri genocidi commessi nel mondo, nel totale silenzio dei mezzi di informazione in mano ai poteri forti.(silvana parlagreco)
"...non sono giordano, non sono libanese, non sono siriano, non sono egiziano, non sono di nessun paese, in breve non ho una carta d’identità e neanche la cerco. Sono un arabo, punto.” IO NON HO MAI OFFESO O DERISO LE ALTRUI RELIGIONI . SONO STATO UCCISO PERCHè HO INVENTATO UN PERSONAGGIO. HANDALA. CHE ANCORA ATTENDE DI POTERE MOSTRARE IL SUO VOLTO A QUESTA UMANITA' ! Handala (o Hanzala), dall'arabo حنظلة ("vignettista") è un personaggio creato dall'artista palestinese Naji al-Ali. È un bambino di 10 anni, con capelli ispidi, piedi nudi e toppe sui vestiti; il suo volto non è visibile poiché viene mostrato sempre di spalle e con le mani intrecciate dietro la schiena, come una presenza muta ma ostinata. Il personaggio ha molteplici significati: la sua testa assomiglia a un sole, che simboleggia il futuro; i suoi capelli sono come gli aculei di un riccio, per difendersi; ha i piedi nudi perché è povero come i bambini dei campi di rifugiati; mostra sempre le spalle a chi lo guarda perché non d'accordo con la situazione attuale (mostrerà il suo volto solo quando la situazione cambierà); lo sguardo è rivolto ai villaggi, al mondo; è rimasto bambino, perché quando fu costretto ad abbandonare il suo villaggio era bambino, e la sua vita continuerà, e quindi crescerà, solamente quando potrà fare ritorno a casa. Su di lui, il suo autore ha scritto: «Inizialmente era un bambino palestinese, ma il suo significato si è sviluppato con un orizzonte prima nazionale, poi globale e umano. È un semplice bambino povero, e questa è la ragione per la quale le persone lo hanno adottato e lo sentono come simbolo della loro coscienza». È inoltre il logo della "Commission for Freedom and Justice Through Humor" Con questo mezzo, Al-Ali inizia ad usare i suoi disegni come strumento di lotta politica nell'ambito della questione palestinese contro Israele. Il suo personaggio più noto è Handala, un bambino palestinese raffigurato sempre di spalle perché non d'accordo con la occupazione israeliana mostrerà il suo volto solo quando la Palestina sarà liberata. Naji al-Ali fu assassinato fuori della sede di Londra del quotidiano kuwaitiano Al Qabas il 22 luglio 1987 colpito alla tempia destra. Naji al-Ali è rimasto privo di sensi fino alla sua morte il 29 agosto 1987. Anche se la sua volontà era di essere sepolto presso Ain al-Hilweh accanto al padre, il trasferimento della salma si è rivelata impossibile da organizzare e fu sepolto nel cimitero islamico di Brookwood fuori Londra. Il suo uccisore, Sawan. palestinese, piu tardi confessò che di aver lavorato sia per l'OLP che per l'agenzia di intelligence israeliana Mossad!------------------------------------------------------------------------ ...E IL MONDO TACQUE!
E’ il quotidiano israeliano Haaretz a comunicarci che domani in piazza, a Parigi, alla mastodontica manifestazione “per la libertà di espressione e la democrazia” sarà presente anche Benyamin Netanyahu. Sotto il drappo nero e la scritta “Je suis Charlie” abbiamo visto scorrere, in queste giornate, tra le più terrificanti immagini di questi tempi e sicuramente domani, sull’asfalto parigino, assisteremo alla sagra della mostruosità. Charlie Hebdo era irriverenza e blasfemia, lotta con qualunque arma all’oscurantismo: i caduti di quel giorno son gente nostra, son compagni, sono anarchici, sono blasfemi cazzari che hanno sempre odiato quel che questa gente è. Una rivista nata sull’antimilitarismo, sull’abbattimento del bigottismo e dell’oscurantismo, sulla presa per il culo di qualunque tipo di religione (che ci piaccia o no): chi riempirà le strade domani sarà proprio il nemico di quelle matite spezzate. Poi, mi ripeto, veniamo a sapere che non ci sarà solo un inutile Renzi, no.. alla sfilata di domani ci sarà anche chi ha fatto scuola in materia di uccisioni di vignettisti: il primo ministro dello stato ebraico di Israele. Sarebbe bello se domani in piazza Bibi Netanyahu ci raccontasse dove era il 22 luglio 1987, mentre su un marciapiede di Londra veniva colpito Naji al-Ali, disegnatore e vignettista palestinese, papà premuroso di Handala, bimbo palestinese simbolo delle sue strisce di cui nessuno ha mai visto il volto perché è sempre stato disegnato di spalle. Un bambino che rappresentava (e certo il piombo del Mossad non l’ha interrotto in questo suo compito) la resistenza palestinese e un intero popolo, un bimbo che si sarebbe girato per mostrare il suo volto solo una volta tornato a casa sua, solo una volta tornato libero, in terra di Palestina. Il papà di Handala, colui che muoveva quella matita così fastidiosa, era un uomo straordinario: a 10 anni era stato un Handala anche lui, esule, cacciato dalla sua terra e abitante di arrangiate tende nel campo di Chatila in Libano. Naji al-Ali con la sua matita, ogni giorno, anche dal più lontano esilio londinese, colpiva il nemico israeliano occupante con strisce sottili e pungenti, laceranti e dolci, era un combattente instancabile, finchè Israele non decise di andarlo a cercare.Handala, di Naji al-Ali Trovò la morte con un colpo in pieno volto, a molte miglia di distanza dalla sua terra profumata di Timo, colpevole, con la sua ironia e le sue matite, di combattere l’occupazione militare, l’esilio, l’impossibilità di ritorno, l’apartheid che ancora avanza. Sarebbe bello chiedere a Netanyahu dove era in quel luglio del 1987 quando il volto di Naji veniva spappolato, quando abbiamo perso per sempre la possibilità di vedere il volto del suo Handala. Sarebbe bello che Netanyahu domani si guardasse allo specchio e lo vedesse lui il volto di Handala, intento a sputargli in un occhio, poco prima che raggiunge una manifestazione in nome della libertà di espressione e in ricordo di vignettisti “uccisi dal terrore”. Vergognatevi. Leggi: Il massacro di Charlie Hebdo e il delirio islamofobo AND JE SUIS AHED, NON CHARLIE
Sono stato bombardato da un attacco aereo di occupazione sionista, mentre giocavo con mio fratello e due cugini sulla spiaggia di Gaza. l'estate scorsa, siamo stati tutti e quattro uccisi: Zakareyya, Mohamad e Isma'il Abu Baker ed io Ahed, il più anziano tra di noi aveva meno di 10 anni, noi purtroppo non siamo francesi, noi siamo palestinesi e non siamo stati gli unici a morire la scorsa estate. La guerra sionista fascista a Gaza, in Palestina, ha massacrato altri 2147 cittadini, compresi 530 bambini, circa 340 donne e 17 giornalisti. ----------------------NON CREDETE NECESSARIO MARCIARE ANCHE PER NOI?

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