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giovedì 27 novembre 2014
INVERNO 2014 A GAZA
A causa del blocco GAZA vive un'agonia lenta e silenziosa. Di quell'accordo dove Israele si è impegnata a permettere l'entrata a Gaza di aiuti (soprattutto materiale da costruzione), nonostante le promesse dei paesi partecipanti alla conferenza di donatori del Cairo, fra cui molte ONG operanti in Gaza, di aiuti ancora non ne arrivano, le abitazioni non si sono ricostruite e Gaza e la sua popolazione sta morendo, moriendo in silenzio.
L'inverno è arrivato e a Gaza quest'anno migliaia di case sono totalmente o parzialmente distrutte e più di 100.000 palestinesi sono rimaste senza casa dopo l'ultimo genocidio israeliano.
Tutti possiamo aiutare , anche con poco, queste persone durante l'inverno, per riscaldarsi, per proteggerli dalla pioggia e per fare sentire loro il calore della solidarietà
INVERNO 2014 - GAZA SENZA GAS
domenica 23 novembre 2014
FERMATE NETANYAHU...
Demolizioni di case per spegnere l’intifada di Gerusalemme
Gerusalemme. Il governo israeliano conferma la linea dura. Dopo la distruzione della casa del palestinese responsabile di un attentato il 22 ottobre, Netanyahu annuncia che le demolizioni saranno intensificate. Ieri i funerali di Zidan Seif, la quinta vittima israeliana dell'attentato alla sinagoga di Har Nof.
yamin Netanyahu ieri ha visitato un nuovo comando di polizia a Gerusalemme, dove operano unità speciali incaricate di monitorare ogni punto e ogni movimento nella zona araba della città. Tra strette di mano e le spiegazioni del sindaco Nir Barkat, il premier israeliano ha ribadito la linea dura annunciata l’altra sera dopo l’attentato compiuto da due palestinesi nella sinagoga di Har Nof in cui sono stati uccisi quattro rabbini e un agente di polizia (Zidan Seif di origine drusa, sepolto ieri). «Questa mattina abbiamo demolito (a Silwan) la casa di un terrorista – ha detto Netanyahu, in riferimento all’abitazione di Abdel Rahman Shaludi, accusato di aver ucciso intenzionalmente con la sua auto una bimba e una donna lo scorso 22 ottobre. «Ci saranno altre demolizioni di case — ha avvertito — Siamo determinati a riportare la sicurezza a Gerusalemme…Non tollereremo attacchi ai nostri cittadini».
Non si conoscono tutte le misure che il governo Netanyahu sta adottando o adotterà per mettere fine a quella che, più gli israeliani che i palestinesi, chiamano “l’Intifada di Gerusalemme”. La demolizione di case appare un pilastro di questa strategia di punizione collettiva, che risale ai tempi del Mandato britannico sulla Palestina. Gli inglesi pensarono, attraverso la distruzione delle abitazioni, la detenzione senza processo e provvedimenti simili di poter spegnere l’ansia di autodeterminazione delle popolazioni locali. Alcune di quelle misure sono state assorbite dall’ordinamento militare israeliano in vigore in Cisgiordania e sono state la base degli ordini di demolizione che di recente sono stati consegnati a cinque famiglie palestinesi nel nord del villaggio di Hajja (Qalqiliya). Non per motivi di sicurezza in quel caso ma per illegalità degli edifici costruiti senza i permessi edilizi. Permessi che le autorità militari israeliane rilasciano con il contagocce nell’area C (il 60% della Cisgiordania) sotto il loro pieno controllo. Nel 2014 Israele ha demolito almeno 543 case ed edifici palestinesi in Cisgiordania secondo i dati raccolti delle Nazioni Unite. Almeno 27.000 costruzioni palestinesi sono state demolite da Israele dal 1967. Gerusalemme Est non è stata immune dalla distruzione di case costruite senza permesso. Ora però si parla di demolizioni sistematiche delle case dove vivono o vivevano i palestinesi responsabili di attacchi contro cittadini israeliani. Una punizione che colpisce soprattutto i i loro parenti. Contro queste misure punitive, come la demolizione delle case, si è espresso di recente anche il centro israeliano per i diritti umani, Betselem. Ciò mentre il comune di Gerusalemme ha approvato un progetto per la costruzione di 78 case nelle colonie israeliane nella parte araba della città: 50 ad Har Homa e 28 a Ramot. Una decisione che, per il portavoce della presidenza palestinese, Nabil Abu Rudeina, causa nuove tensioni e spinge verso un’ulteriore escalation.
Misure sempre più pesanti a Gerusalemme Est sono invocate da più parti. Naftali Bennett, ministro dell’economia e leader dei religiosi nazionalisti che popolano le colonie israeliane, vuole un’operazione militare nella zona araba della città santa. Operazione che, ha spiegato alla radio militare, dovrebbe ispirarsi a quella durissima condotta nel 2002 in Cisgiordania, durante la seconda Intifada. Arye Bibi, ex capo della polizia a Gerusalemme, ha spiegato al giornale online The Jerusalem Times, che la soluzione non sta nel rafforzare le misure di sicurezza nella zona ebraica della città ma nel mandare ingenti forze di polizia a Gerusalemme Est, allestendo posti di blocco e anche con frequenti visite degli ispettori del fisco nei quartieri palestinesi. Non solo. Arye Bibi chiede, oltre alla demolizione delle case, che siano espulsi da Gerusalemme e deportati in Cisgiordania le famiglie dei responsabili degli attacchi.
Suggerimenti in parte già accolti. Oltre ai nuovi reparti della guardia di frontiera, a pattugliare le strade di Gerusalemme Est ci saranno anche i commando dell’unità speciale della Marina militare Shayetet 13. Nella città vecchia sono stati aggiunti sei checkpoint. «Abbiamo dispiegato mille nuovi agenti oltre ai tremila già operativi, sia nella parte est sia nella parte ovest della città», ha riferito il portavoce della polizia Micky Rosenfeld.
Allo stesso tempo l’attentato alla sinagoga di Har Nof, ha riacutizzato la forte differenza fra l’ebraismo ortodosso e il sionismo religioso che orienta il governo israeliano. All’origine di questo contrasto c’è il divieto assoluto per gli ebrei ortodossi di ascendere sul monte dove secondo la tradizione biblica sorgeva il Tempio di Gerusalemme e che ora ospita la Spianata delle Moschee perchè “non puri” per entrare in un luogo così sacro. Di parere opposto i nazional-religiosi. «Occorre rilevare che i religiosi ebrei che salgono sul Monte del Tempio agiscono sia contro la ortodossia ebraica sia contro ogni razionalità politica. Un miliardo e mezzo di musulmani vedono che essi cercano di alterare lo status quo sulla Spianata, e tutto ciò crea escalation e fermenti», ha spiegato il deputato ortodosso Moshe Gafni. Martedì anche Yoram Cohen, capo dello Shin Bet (servizi di sicurezza) aveva messo in guardia dal creare ulteriori tensioni nella Spianata.
Da (Il Manifesto )
mercoledì 19 novembre 2014
LA TERZA INTIFADA. (con aggiornamenti)
Pare che ci siano tutti i presupposti per credere che in Palestina si stia organizzando la terza intifada. Cosa ce lo fa credere?
La prima intifada (che in arabo significa "rivolta") fu una sollevazione palestinese di massa contro il dominio israeliano che iniziò nel campo profughi di Jabaliya nel 1987 e presto si estese attraverso Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est.
L'azione palestinese si espresse in un gran numero di forme, inclusi la disobbedienza civile, gli scioperi generali, il boicottaggio di prodotti israeliani, i graffiti e le barricate, ma furono i lanci di pietre da parte dei giovani contro le ben armate Forze di Difesa Israeliane che portarono all'intifada notorietà internazionale.
Durante il corso della prima intifada, durata circa sei anni,conclusasi con gli Accordi di Oslo che furono firmati nel 1993, 1.162 palestinesi (fra cui 241 bambini, alcuni dei quali presero parte attiva nelle violenze) erano stati uccisi da israeliani e 160 israeliani (5 dei quali bambini) erano stati uccisi da palestinesi.
La Seconda intifada esplosE a Gerusalemme il 28 settembre del 2000 Non c'è accordo su quando si possa considerare conclusa la seconda intifada: si può sottolineare una distensione nei rapporti fra Israele e ANP nel 2004, fino a quando la morte di Arafat e la caduta in coma di Sharon non hanno rivoluzionato lo scenario. La successiva vittoria elettorale degli estremisti palestinesi di Hamas ha poi aperto un conflitto interno irrisolto con i moderati di Fatah, mentre i rapporti fra il nuovo governo israeliano e l'ANP tornavano a farsi tesi.
In generale la fine dell'intifada è stimabile nel 2005. Molti mezzi di comunicazione riportarono la cifra di 4312 morti palestinesi e di 1084 morti israeliani. A sette anni dall'inizio i morti palestinesi sono saliti, secondo il Centro Palestinese di Statistica, a 5000 unità.
In Palestina. ieri 18 Novembre 2014, è stata attaccata una sinagoga come reazione da parte dei palestinesi alle azioni che da settimane i coloni e i poliziotti israeliani stanno compiendo contro di essi impedendo ai fedeli di accedere regolarmente alla moschea di Al Aqsa, aggredendo quotidianamente cittadini palestinesi nel luogo per loro più sacro e nel quale avrebbero diritto di poter entrare liberamente. In Palestina un'auto ha investito un gruppo di israeliani ,vero, ma è anche vero che ogni giorno le forze di occupazione, da mesi ormai uccidono, feriscono e rapiscono palestinesi di cui . naturalmente i nostri organi di informazione non parlano.
I nostri telegiornali raccontano che i Palestinesi un bel giorno, così, all'improvviso, per pura crudeltà, per noia forse o chissà, per pazzia, hanno deciso di usare violenza contro Israele.Si, perchè loro sono "terroristi", hanno il gene terroristico nel DNA...Non dicono che i Palestinesi sono un popolo esasperato da decenni da un'occupazione illegale e da un regime di apartheid riconosciuto come tale da uomini della statura di Nelson Mandela, che l'apartheid lo conosceva bene.
I nostri telegiornali non raccontano del bambino palestinese di 10 anni che pochi giorni fa ha perso un occhio grazie ad un proiettile di gomma, sparato da distanza ravvicinata o di quello poco più grande che morì qualche settimana fa per un colpo di fucile al petto, sempre da distanza ravvicinata.
I nostri giornalisti non testimoniano di come Liebermann si stia divertendo un mondo nel continuare ad approvare piani di espansione di nuovi insediamenti coloniali, nonostante perfino l'amico Kerry gli stia gentilmente chiedendo di darsi una regolata. Anche solo per un po', per fare calmare le acque.
Nessuno avrebbe saputo nulla, come nel passato durato 66 anni, di ciò che sta accadendo in Palestina se non fosse stato per quei pochi ma tanto rumorosi attivisti mobilitatisi giorno e notte nelle piazze di tutta Italia a sostegno di un popolo che per l'ennesima volta. l'estate scorsa, veniva sottoposto ad un brutale attacco (2200 morti (fra cui più di 500 bambini), più di 10000 feriti e centinaia di migliaia di sfollati a Gaza), e per tutti gli attivisti internazionali che sono laggiù e senza i quali non potremmo conoscere la realtà delle cose, grazie a Vittorio Arrigoni. che col suo esempio e con la sua grande abnegazione ha aperto gli occhi, ma principalmente , il cuore verso questa parte di mondo che sentivamo tanto lontano, ma che in realtà è molto vicino a noi, solo al di là del Mediterraneo, e all'uso di vari canali via web ma soprattutto grazie ad un popolo meraviglioso che resiste con una tenacia straordinaria da un tempo che ci pare infinito, continueremo a raccontare la verità. Terremo i fari sempre puntati su questo palcoscenico del terrore, affinchè non si spenga la speranza .
PALESTINA NON SEI SOLA!
PALESTINA SEI TUTTI NOI !
RESISTENZA VINCERA' !
martedì 18 novembre 2014
SANGUE CHIAMA SANGUE !
18 NOVEMBRE 2014
Oggi leggo a grandi titoli: "Attacco terroristico in una sinagoga israeliana. Uccisi 4 israeliani! Secondo la polizia israeliana, 4 israeliani sono stati uccisi e 13 feriti questo Martedì mattina, in un audace attacco con machete e pistola da tre palestinesi. Due degli aggressori sono stati uccisi, mentre le forze di polizia israeliane stanno ancora inseguendo il terzo giovane".
Nel frattempo, un'altra jeep militare israeliana è stata data alle fiamme vicino alla colonia di Kedumim nella Cisgiordania settentrionale.
Credo che mi sto abbrutendo anch'io pur vivendo in una situazione differente, perchè non ho provato pena, pur non provando neanche odio...Non mi sono chiesta nulla di questi 4 morti perchè è troppo viva in me l'immagine del palestinese Youssef Ramouni (32 anni)sposato e padre di due bambini piccoli. Lui lavorava per l'azienda israeliano Egged Bus. Si era recato a lavoro, ieri, molto presto di mattina, E' stato trovato morto all'interno del bus di cui era l'autista, ma non era una morte naturale, lui fu attaccato da un branco di coloni sionisti terroristi all'interno del bus, che lo hanno gravemente torturato e alla fine strangolato e impiccato simulandone un suicidio...Youssef lavorava onestamente per portare cibo e una vita serena alla sua famiglia, invece è stato massacrato solo perché era un palestinese...
Ieri un palestinese si è sfogato dicendo: Morte e distruzione ci circondano da tutti i lati e siamo costretti a tacere, non dovremmo neanche esprimere il dolore che stiamo provando ogni secondo della nostra "breve vita ", noi non possiamo sentirci mai al sicuro, neanche sul lavoro, noi non possiamo sentirci al sicuro sulle strade, noi non possiamo sentirci al sicuro da nessuna parte nemmeno all'interno di casa nostra.
Questo è un dato di fatto!
Più di 2000 i cittadini palestinesi di tutte le età sono stati uccisi "bombardati" dentro le proprie case durante l'estate 2014 da una guerra sionista a Gaza, e di questo non si parla.
2000 palestinesi, di cui oltre 500 erano bambini sono stati uccisi a Gaza... poi i sionisti israeliani hanno preso di mira la moschea di Al-Aqsa, vi sono entrati calpestandone il suolo con le loro luride scarpe. calpestando un luogo sacro come solo i peggiori barbari possono fare. Hanno calpestato l'anima di un popolo da 66 anni.
Io non provo dolore per questi 5 morti, no! Mi dispiace... è ancora troppo viva in me' l'immagine di Youssef Ramouni, che era un uomo umile e pacifico. Sento dentro di me il dolore di quella donna rimasta da sola con i suoi bambini ,,, sento il suo dolore, la sua disperazione, la sua paura di dovere ancora affrontare una vita sotto l'occhio impietoso sionista.
SCUSATEMI!
NON PROVO DOLORE PER I 4 UCCISI STAMATTINA!
HO ANCORA NEGLI OCCHI E NEL CUORE QUESTE IMMAGINI DI IERI :
QUI IL VIDEO DEL SUO FUNERALE:
https://www.facebook.com/video.php?v=802366663173570&set=vb.119605611449682&type=2&theater
Come previsto dalla Medhaj News, i palestinesi hanno iniziato a reagire alla continua profanazione di Israele di Al Aqsa a Gerusalemme, innescando una 3° Intifada.
Secondo la polizia israeliana, 4 israeliani sono stati uccisi e 13 feriti in un audace attacco con machete e pistola da tre palestinesi.
Questa operazione eroica, come i palestinesi la chiamano, si è verificata all'uscita da una sinagoga nella strada chiamata "Agassi", a Gerusalemme ovest.
Due aggressori sono stati uccisi.
Nel frattempo, un'altra jeep militare israeliana è stata data alle fiamme vicino alla colonia di Kedumim nel nord della Cisgiordania.
AGGIORNAMENTI:
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, rivendica l'accaduto.
dichiarazione pubblica:
Brigate Abu Ali Mustafa
Ala militare del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (PFLP)
Noi, Brigate Abu Ali Mustafa, ala militare del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP), lode e lodare l'operazione eroica effettuato questa mattina dai nostri compagni di compagni in FPLP, martiri Ghassan Abu Jamal e Odai, di Jabal Al Mukaber .
Essi hanno preso d'assalto una sinagoga ebraica a Harnow, Deir Yasin ovest di Gerusalemme, mascherato e armati di asce, coltelli, pistole e la loro volontà d'acciaio. Quattro coloni ebrei, tra cui un ufficiale della sicurezza e un rabbino sono stati uccisi, altri nove feriti gravemente. Entrambi i compagni sono stati, martirizzato (ucciso) dopo aver intrapreso la pistola sparando con le forze di polizia sionista.
Lodiamo e ammiriamo chi contribuisce a sradicare l'occupazione ebraica che dissacra la nostra patria.
Questa operazione, come molti altri eroici, si presenta come una risposta naturale ai crimini commessi dall'occupazione israeliana e come forma di resistenza popolare.
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2 poliziotti israeliani sono stati feriti da pietre lanciate da shebab palestinesi vicino alla moschea di Al Aqsa.
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18-11-2014 .Ferito un motociclista israeliano dopo essere stato picchiato con bastoni e pietre da giovani nella Gerusalemme occupata.
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18-11-2014 Chiusa la pagina facebook del PFLP dopo il comunicato ufficiale.
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IlMagistrato della Corte dell'Occupazione ha deciso di non consegnare i corpi dei responsabili dell' operazione di commando Gerusalemme all'alba Martedì.
L'avvocato ha detto Addameer Prisoner Support and Human Rights, ha detto che il giudice dell'occupazione tribunale di Gerusalemme ha rifiutato di consegnare i corpi dei martiri Ghassan Abujml (27 anni) e Uday Abujml (22 anni) il Giovedi sera, citando la presenza di motivi di sicurezza.
L'avvocato ha detto che la decisione del giudice è arrivata dopo l'affermazione occupazione intelligenza che è troppo presto per consegnare il corpo del defunto, e che i controlli e le procedure di sicurezza non sono stati ancora notare, che aumenterà Astninava contro la decisione della Corte Suprema dell'occupazione il Mercoledì.
Ci sono state notizie contrastanti sulle intenzioni di occupazione nel trattare con i corpi dei martiri, con l'arresto di 10 persone dalla famiglia del defunto per continuare fin dal mattino e due cugini.
19 Novembre 2014
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato la demolizione o la sigillatura delle case delle famiglie dei palestinesi che hanno effettuato i recenti attacchi contro gli israeliani. Questa azione costituisce danneggiamento verso persone innocenti. E 'una punizione collettiva che è sia illegale che immorale.
L'establishment della sicurezza ha annunciato l'intenzione di demolire o sigillare sei case: tre a Gerusalemme Est, una a Nablus e uno in Hebron:
Appartamento di moglie e bambini piccoli di Ibrahim 'di Akari, al terzo piano di un edificio di 3 piani, a Shu'fat.
Appartamento della madre di Mohammed Ja'abis, al secondo piano di un edificio a due piani, a Jabal al-Mukabber.
Appartamento dei genitori di Mu'taz Hejazi, al primo piano di palazzo ad Abu Tor, dove vivono i suoi genitori, il fratello e la sorella .
Appartamento della moglie di Maher Hashlamon e bambini, al quarto piano di un edificio di 5 piani, ad Hebron.
Casa di Nur genitori a-Din Abu di Hashiyah, in 'Askar campo profughi vicino a Nablus. I suoi genitori vivono lì con cinque dei loro figli, uno dei quali è un minore.
Casa della famiglia Shaludi a Silwan.
Da quando è iniziata l'occupazione nel 1967, le forze di sicurezza israeliane hanno demolito centinaia di case per punire i parenti di palestinesi che danneggiano o accusano di essere lesi da israeliani. Questa politica ha reso senzatetto migliaia di persone che non erano stati accusati di alcun illecito.
Circa dieci anni fa, un comitato militare guidato dal Maggiore Generale Udi Shani hanno trovato le demolizioni punitive come una misura di discutibile efficacia nel prevenire gli attacchi contro gli israeliani. Si è riscontrato che le demolizioni a volte ottengono l'effetto opposto e ha dichiarato che la misura non è legale. Shaul Mofaz, ministro della Difesa, al momento, ha ordinato che venisse seguito il parere del comitato . Dal 2005, lo stabilimento di sicurezza è raramente utilizzato questa misura.
La chiamata abituale per la demolizione punitiva in risposta agli attacchi contro gli israeliani ignora le conclusioni del comitato ed è a quanto pare ha fatto in primo luogo per ottenere l'interesse dei media e il guadagno politico.
Una politica di punitiva a casa di demolizione è fondamentalmente sbagliato, a prescindere dalla efficacia. E 'in contrasto con le norme morali di base di punire le persone per i misfatti di altri. B'Tselem invita le autorità a non demolire queste case.
3 ferite di proiettile in scontri nel distretto di Nablus.
20 Novembre 2014 L'Occupazione dichiara la confisca di cargo container con pugnali, spade pugnali a fulmine pugnali elettrici dopo il loro arrivo al porto di Ashdod, di un mercante di Gerusalemme...
Escalation di scontri ad Abu Dis, a Gerusalemme. Testimoni parlano di asaban con proiettili e bombe fumogene.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------il 21 Novembre 2014 - Il Ministro israeliano di pubblica sicurezza Yitzhak Aharonovitch Giovedì 21 novembre 2014, ha approvato una misura che rende facilita il possesso della pistola, espandendo l'ammissibilità di licenza pistola a decine di migliaia di persone che in precedenza non erano ritenute idonee qualificata.
"La decisione viene dalla necessità di migliorare la sensazione di sicurezza tra la popolazione alla luce dei recenti attacchi di terrore," ha detto Aharonovitch.
Orientamenti nuovi, apparentemente temporanei, consentirà certo esercito veterani unità, riserve ufficiali nell'esercito, ex polizia e ufficiali di Shin Bet (polizia segreta israeliana) ed ex guardie di sicurezza presso l'autorità di aeroporti di Israele a qualificarsi per una licenza di pistola.
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22 Novembre 2014 - Israele dice di avere sventato un attentato terroristico suicida a Hebron.
Le forze israeliane a Silwan, Gerusalemme continua a fare irruzione in negozi e case.
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